“Se vuoi arrivare al castello, ragazzina, devi attraversare a nuoto il fossato”
Liz Gilbert (Julia Roberts) ha tutto dalla vita: un matrimonio felice, un lavoro interessante, una bella casa a New York, ma improvvisamente capisce che tutto quel che ha non le basta. Non sa ancora cosa vuole ma comprende che le occorre un cambiamento radicale; per questo parte alla volta dell’Italia, dell’India e di Bali. Il viaggio in giro per il mondo corrisponde a un viaggio interiore alla ricerca di tutto ciò che ha perso e di cui ha bisogno: la gioia di vivere, la pace interiore e l’equilibrio. “Mangia prega ama” è l’adattamento cinematografico del libro omonimo di Elizabeth Gilbert che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. La sontuosa produzione ha permesso alla troupe di girare veramente nei luoghi descritti dall’autrice, infatti scenografie e costumi sono impeccabili. Il film è diviso in quattro macro sequenze che, a detta del regista Ryan Murphy, sono un cammino, anche visivo, che va dalla claustrofobica vita newyorkese della protagonista, alla liberazione totale nella luminosa e lussureggiante Bali, in cui Liz trova l’amore grazie al brasiliano Felipe (Javier Bardem). La pellicola si apre a New York in maniera abbastanza convincente, il malessere della protagonista è ben reso, ma l’atmosfera cambia quando lo sguardo si posa sui paesi visitati e diventa fortemente stereotipato, i luoghi comuni e le visioni distorte, per quanto vogliano simulare il punto di vista di un turista, si susseguono in maniera eccessiva e a tratti un po’ irritante. La sceneggiatura è piena di frasi a effetto, che vorrebbero sembrare perle di saggezza ma scadono nella retorica. Non si nota il cambiamento della protagonista, gli insegnamenti avuti non producono in lei veri e propri momenti di crisi, infatti, nel corso del film non ci sono picchi drammaturgici davvero rilevanti per lei, nemmeno la voce fuori campo sottolinea la tappa raggiunta di volta in volta, non si assiste alla ricostruzione dell’interiorità di Liz, e il cammino che dovrebbe percorrere rimane un po’ confuso. Il cast d’eccezione, che comprende anche il bravo Richard Jenkins (il texano che Liz incontra in India) è messo a dura prova e salva parzialmente la pellicola; infatti, solo alcuni momenti del film, come l’incontro con lo sciamano Ketut (interpretato dal suonatore di flauto Subiyanto) o le sagaci battute dell’amica Delia (Viola Davis) strappano qualche sorriso. Il film gira soprattutto intorno alla figura di Julia Roberts che riesce comunque a dare vitalità alle scene con la sua bravura e la sua simpatia, ma l’eccessiva lunghezza e una sceneggiatura povera sviliscono una pellicola che era partita con i migliori presupposti.
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