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Mangia Prega Ama

Da Alboino
Mangia Prega Ama
Per chi ha letto il best seller della Liz Gilbert, forse la riduzione cinematografica può apparire scialba e insignificante, ma “Mangia prega ama” un suo fondo di interesse ce l’ha e lo evidenzia sin dalle prime immagini con una New York dai magnifici appartamenti di gente di cui non si capisce il mestiere, lussureggianti party per festeggiare qualche successo, panoramiche di grattacieli. Stiamo parlando di una visione che supera le cartoline dei posti più trendy del mondo e ci dà un quadro più veritiero di quanto si possa immaginare. Ed è quello che più si ricava dall’esperienza della scrittrice Gilbert che il mondo l’ha girato per davvero. Certo nel libro c’è molto di più e forse di più interessante, ma raccontare capitoli e capitoli in poco più di due ore risulta veramente difficile per tutti. Così il regista Ryan Murphy ha raccontato in maniera asciutta la storia della protagonista: Julia Roberts è una borghese newyorkese insoddisfatta di tutto, vita, lavoro e matrimonio, tranne che dei propri pregiudizi, che coltiva amorevolmente uno a uno, come orchidee. Quindi, spinta dalla profezia di uno sciamano indonesiano, parte per un lungo viaggio per ritrovare se stessa, come si dice in questi casi, dove rigorosamente mangerà in Italia, pregherà in India e troverà l' amore sulle spiagge di Bali. Questa più o meno la trama, ma il film sicuramente riserva momenti di bel cinema a cominciare dall’istrionismo di un Javier Bardem in stato di grazia (ma ormai questa non è più una novità per il divo spagnolo), grandioso nel dipingere in pochi tratti un bel personaggio di virile eppure materno amante brasiliano. Alcune scene fra i due, Julia e Javier, sono pura magia cinematografica. Indimenticabile nel ruolo di un padre di famiglia distrutto dall' alcool e dall' egoismo Richard Jenkins che in un momento di tristezza e in piena crisi depressiva, racconta in quel di Ashram nel cuore dell’India più pura, le ragioni che l' hanno portato dalla villetta mono familiare in Texas fino a quel posto sperduto nel mondo; una confessione che da sola vale l’intero film. James Franco è notevole nei panni di uno sgangherato attore della Off Broadway e Viola Davis, nella parte della cognata, è straordinaria in ogni singola sequenza, oltre che l' unica a segnalare tracce d' ironia. Questo per quel che riguarda i protagonisti principali, ma come si diceva all’inizio, in questo film chi la fa da padrone è il paesaggio con immagini splendide; e non condivido con chi le ha definite immagini da cartolina. Certo ci sono diversi luoghi comuni come ad esempio la parte girata in Italia con gli spaghetti, la pioggia, gli italiani che gesticolano sempre e inseguono le ragazze straniere urlando volgarità, ma poi si fidanzano in casa con la bella olandese per avere l' approvazione della mamma rompiballe, luoghi comuni accettabili se si guarda all’economia stessa del film e di quel che ci vuol raccontare.
P.S.: è interessante notare come gli americani in modo particolare ma anche tutti gli stranieri guardano al nostro Paese. Tutta la parte del film girata in Italia non va più a nord di Firenze, del nostro Paese vengono nobilitate città come Napoli, la stessa Firenze, l’entroterra del Centro Italia e naturalmente la capitale. Niente Milano, niente Lombardia, niente Veneto e tutta la parte nord e allora non è che per gli americani la zavorra di questo Paese è rappresentata dal nord Italia? Anche perché un film con Julia Roberts si immagina l’eco che possa aver avuto negli States e vedere l’Italia rappresentata dal suo Centro-Sud è il massimo per chi ama questo Paese.
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