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“Mangia, prega, ama” Letteratura per pollastrelle in viaggio verso se stesse

Creato il 12 ottobre 2014 da Danny @StoriediViaggio

Le ho ripetuto – Non pregare Wayan. Non ne ho bisogno, troppe volte mi si è spezzato il cuore.

- Conosco una cura per i cuori spezzati –ha ribadito lei e con aria professionale ha contato sulle dita i sei elementi del suo Infallibile Trattamento di Guarigione per i Cuori Infranti: “Vitamina E, molto sonno, molta acqua, viaggi in luoghi lontani dalla persona amata, meditazione e assimilazione del concetto che tanto era destino”

- Ho fatto tutto tranne la vitamina E

- Allora adesso sei guarita. E hai bisogno di un uomo nuovo. Te ne procurerò uno con la preghiera.

Questo potrebbe essere l’abstract di “Mangia, prega ama”, romanzo autobiografico di Elizabeth Gilbert scritto qualche anno fa, e reso celebre dal film con Julia Roberts. Si tratta di una lettura piacevole, perfetta per la spiaggia e per i viaggi in treno, chick lit in salsa spirituale e anche lo slogan di fascetta “Il libro di una generazione di donne in cerca dell’autenticità” promette decisamente più di quanto non possa mantenere.

ROMA – “Mangia” – A Roma Liz va per studiare l’italiano e per mangiare, appunto. Qui mi sono un po’ identificata. Mi sono rivista a Istanbul, alle prese con le lezioni di turco. Liz decide di studiare l’italiano perché le piace il suono delle lingua,  un’attività di messuna utilità, la fa unicamente perché le da gioia. Esattamente come è capitato a me col turco. Ed esattamente come è capitato a me, la gente non la capisce….

INDIA – “Prega” – Dell’India si racconta poco. Liz non dice praticamente nemmeno dove si trova l’ashram della sua guru. Curiosa coincidenza aver letto questo libro dopo il diario di Terzani. Qui ho ritrovato gli occidentali spiritualmente inquieti che vanno in India a comprare scampoli di spiritualità pret a porter. Liz è una di loro, ma è simpatica, tra tutte le difficoltà che incontra nella meditazione (la meditazione è una sfida difficilissima, ha tutta la mia comprensione) e la sua genuina ricerca di Dio e di pace per l’anima.

BALI – “Ama” – Se alla fine di questo piccolo Bildungsroman Liz non avesse trovato un paio di braghe a cui attaccarsi il ciclo non si sarebbe degnamente concluso. Ho continuato a immaginare l’eccessivo Felipe con la faccia di Xavier Bardem. “Cara, sono brasiliano del sud, potrei trascinarmi dieci anni con il cuore infranto per una donna che non ho mai baciato”. Un simpatico cialtrone di quelli che appena ti vedono ti giurano amore eterno e tu ci credi, o fai finta di crederci perché il gioco è questo. Mi piacerebbe sapere come è finita tra loro o, se per caso, non è finita…

Mi ha incuriosito la descrizione di Bali, un luogo che non conosco ma che mi attrae, e dei balinesi. Non so mai se farci un pensiero o se invece, come mi hanno detto, è semplicemente il posto più turistico del mondo…Chissà.

Intanto, questa è Ubud:

ubud


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