Cito da Wikipedia: “L’onicofagia è un disturbo compulsivo che porta il paziente, pediatrico o adulto, a mangiare le proprie unghie. Secondo la teoria freudiana è un sintomo di fissazione orale”.
Ora, cosa c’entri Freud con le mie unghie devo ancora comprenderlo. Sta di fatto che il buon Wikipedia dopo aver lanciato questa bomba psicanalitica, mi lascia così, in balia delle mie ossessioni orali. Sapete cosa significa? Che probabilmente, mentre divorerò le unghie rimanenti, vagherò su Google alla scoperta degli oscuri motivi della mia presunta vocazione vocale.
Ma Wikipedia riesce sempre a sorprendermi e alla voce “Epidemiologia” sentenzia: “Le dieci unghie della mano sono solitamente tutte morse allo stesso modo e risultano circa della stessa lunghezza”.
Ora, prima di tutto è scorretto dare per scontato che tutti siano in possesso delle dieci dita delle mani (basta guardare una stagione del Trono di Spade per comprenderne i motivi). Ma soprattutto un onicofago convinto non mangia affatto tutte le unghie allo stesso modo, perché non tutte sono “commestibili” alla stessa maniera. Anzi, nella maggior parte dei casi ci si accanisce, periodicamente, su ingenui polpastrelli desiderosi soltanto di buona salute epidermica.
E quindi, molto più spesso, va a finire che ai film drammatici tocchi l’indice, ai thriller i due pollici, ai libri horror il mignolo, alle attese spasmodiche gli anulari, e così via…
E poi è una definizione troppo generica. Il club degli onicofagi è molto più variegato: ci sono i fanatici delle cuticole, gli amanti delle pellicine, per non parlare di coloro che alternano onicofagia a tricotillomania. Non oso sapere cosa direbbe Freud a riguardo.
Insomma, non esiste una democrazia ungueale, lasciatevelo dire da un’esperta.
Ma adesso, arriva il pezzo che preferisco, perché la voce “Trattamento” cita: “Sono disponibili anche bocchini che aiutano nella prevenzione dell’onicofagia”.
Insomma, il tipico caso in cui la malattia coincide con la cura.
Ps. Per la cronaca non mangio le unghie da 46 giorni, 7 ore e 21 minuti. E Wolverine mi fa un baffo.
Special thanks to Wikipedia
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