I vegetariani rischiano di morire di meno, di alcune malattie, rispetto agli individui che adottano una dieta “carnivora”.
E’ già cosa nota, accertata da precedenti studi la dimostrazione di quanto una dieta vegetariana difende da diverse malattie croniche e potenzialmente mortali. Oggi, in base a uno studio condotto dalla Loma Linda University in California e pubblicato sulla rivista Jama, si dimostra anche che la dieta vegetariana potrebbe allungare la vita.
Per arrivare a questa conclusione gli esperti hanno analizzato i dati di più di 73mila persone che facevano parte delle chiese Avventiste nordamericane. A tutti è stato somministrato un questionario sulle abitudini alimentari e la dieta seguita dai partecipanti allo studio, i ricercatori hanno diviso i volontari in cinque distinti gruppi: i non-vegetariani (onnivori), i semi-vegetariani, i pesco-vegetariani (ossia quelli che di animale mangiano solo pesce), i lacto-ovo-vegetariani (quelli che mangiano anche uova e latticini) e, infine, i vegani (quelli che non mangiano alcun prodotto di origine animale). I ricercatori hanno poi controllato di nuovo il database il 31 dicembre 2009, per capire quanti dei soggetti erano morti. Tutti i tipi di dieta vegetariana hanno presentato un tasso di morte inferiore rispetto alle diete con carne e pesce. Il tasso di differenza tra le morti avvenute tra gli onnivori e i quattro gruppi di vegetariani variava da uno 0,88 per cento a un 12 per cento, con una maggiore riduzione di questo tasso di mortalità tra i vegetariani. d il fenomeno era più evidente negli uomini. Questi, rispetto ai non vegetariani, avevano minore probabilità di morire per malattie cardiache, soprattutto per ischemia. Un altro dato rilevante è che il fenomeno era più evidente negli uomini.