Titolo: Mani calde
Autore: Giovanna Zucca
Editore: Fazi
Anno: 2011
“Dopo aver finito la seduta operatoria, Pier Luigi Bozzi è stravaccato sulla poltrona della sua scrivania.
Da qualche giorno un malessere lo opprime. Non proprio tristezza, che allegro non lo è stato mai, piuttosto un senso di peso sul petto.
Si dice che è stanco, che deve staccare e prendersi un periodo di vacanza, che deve abbandonare per un po’ la claustrofobica atmosfera della sala operatoria, ma in fondo non crede che sia questo.
A lui operare non pesa, anzi. È quel bambino che lo rende così inquieto. Lo fa pensare a cose alle quali non pensa mai. E, più importante di tutto, vuole piacergli”.
Un crack cambia la vita di Davide, nove anni, terza elementare, tifoso dell’Inter. E anche la vita di Giulia, impiegata del Comune, e di Paolo, quarantuno anni, che lavora in banca. Un crack che costringe Davide nella dimensione misteriosa del coma e fa piombare i suoi genitori nella disperazione.
Poi arriva Pier Luigi Bozzi, il primario geniale dal carattere impossibile, che decide di tentare un intervento di craniotomia con decompressione del cervello.
Sarà pure “uno stronzo”, ma Giulia sente di potersi fidare, e questo le dà la forza necessaria per andare avanti e infondere coraggio a Paolo.
Il dottor Bozzi è burbero, cinico, superbo e non ama la gente, soprattutto i parenti dei suoi pazienti, con cui non vuole avere niente a che fare. Per questo delega al dottor Mari il compito di spiegare o rassicurare, di dare informazioni o confortare. Solo Davide si accorge che “il cafone” non è quello che sembra, che un uomo con le mani calde come le sue non può essere davvero tanto cattivo…
Il commovente romanzo di Giovanna Zucca affronta un tema delicato e complesso, e lo fa senza impantanarsi nella banalità.
La vita è legata a un filo che può spezzarsi da un momento all’altro. Quando ne prendi piena coscienza, ti ricordi delle cose che avresti voluto fare, delle parole cha avresti voluto dire, della persona che avresti voluto essere.
Nel salvare Davide, Pier Luigi Bozzi salva se stesso. Parlandogli nella mente, il “moccioso” riesce a fargli capire che non ha senso restare barricato nelle proprie paure, che ciò che è stato non deve necessariamente essere ancora, e soprattutto che l’amore non è debolezza ma felicità…