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MANiCURE – Il Micropene

Creato il 23 ottobre 2014 da Signorponza @signorponza

Bentornati in un nuovo appuntamento di MANiCURE, la rubrica più controversa tra le rubriche più controverse dell’internèt! Ovviamente è una settimana difficilissima, ma hey è uscito un nuovo singolo di Tiziano Ferro, quindi giubilo in tutto il reame e soprattutto struggiamoci ASAP,  e recuperiamo anche (contestualmente) questo meraviglioso articolo del nostro esimio Filo! Detto questo, siccome è uno spazio promozionale questo, non posso non invitarmi a cliccare qui ed entrare nel mio blog… Bene, basta. A fine pagina comunque potete recuperare tutti i link utili del caso, anche se un click qui non mi dispiacerebbe. Bene, adesso ho davvero finito, e vi lascio a questo nuovo gustoso appuntamento, e credetemi, è proprio il caso di dirlo, non sto più nelle mutande!

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Il Micropene 

Sicuramente avrò trattato questo argomento in passato da qualche parte. La vita è talmente inaspettatamente sorprendente, che di queste sorprese purtroppo te ne riserva almeno un paio. Anche abbastanza ravvicinate. E sono certo che anche questa volta, questo post, dividerà la mia fanbase, perché miei cari, anche questa volta ne ho fatte di ben donde as usual. Ma andiamo per gradi. Conosco Mr.MP (MicroPenis) diverso tempo fa, amico di un mio amico. Per un lungo periodo di tempo però, ho avuto la certezza che lui fosse eterosessuale, semplicemente perché la situazione mi era stata presentata così. Anche se dentro di me, nella mia testa, al cospetto del mio unico neurone superstite quel Mr. MP lì era ghey. Aveva tutte le carte in regola per esserlo, ed io ne ero non certo. Di più.

E siccome io gli uomini me li scelgo con il lanternino (Florence Nightingale docet), e come sapete me li scelgo sempre meglio, avevo deciso che lui doveva essere mio. Dopo aver passato una serata insieme ad altri amici, ci siamo ritrovati alle sei del mattino che eravamo lì io e lui. E lui voleva una birra. Per cui ci siamo andati a prendere questa birra, ma siccome il bar era chiuso ho avuto l’idea top di invitarlo a berla da me questa birra. Detto, fatto. Mentre fuori albeggiava noi eravamo sul divano di camera mia che ci raccontavamo le nostre angosce del momento, e brindavamo, ad un futuro radioso e pieno di speranza. Insomma tutto molto carino. E anche, per la prima volta, con i tempi giusti. Tanto che alle sette eravamo immersi in profondissime conversazioni. E siccome la carne è tanta oltre che debole, ma anche stanchissima dopo più di 24 h in piedi, ho deciso di darci un taglio.

Insomma etero o ghey lui era a due centimetri da me, semi ubriaco con il mood consoliamociquestavitafaschifo ed io, in tre secondi sbaam! Lingua in bocca, limone inaspettatamente lungo e cosa molto importante, contraccambiato. Lo sapevo che non mi sbagliavo. Ecco allora che di lì a poco, con intrecci di lingua di ogni genere sul divano prima, e sul letto dopo, in men che non si dica ci siamo ritrovati in mutande. Mentre continuavamo naturalmente a dargli giù di limoni che la Sicilia tutta puoi proprio piangere. Visto che eravamo quasi nudi ci siamo stesi ed abbiamo iniziato a farne di altre ben donde. Ma hey, figuriamoci se potevo resistere ancora con le mutande. Tanto che preso da quel momento di super libidine io mi sono tolto prima le mie e poi con un gesto deciso e prepotente (dovuto ai quintali di ormonella) gli ho tolto le sue.

kim

E dramma. Il dramma che notoriamente attende dietro l’angolo per palesarsi, questa volta era lì, a un palmo dal mio naso, ed era un piccolo dramma, anzi piccolissimo. Anzi, MINUSCOLO. E forse proprio per questo era un enorme dramma. Insomma il suo era un piccolissimo micro pene. Una biro. Anzi. La metà di una biro. Anzi no. Il tappo di una biro. Una cosa che forse talmente piccola, io nella mia vita non l’avevo mai vista. E fino ad allora non avrei potuto credere che così piccolo potesse esistere. E che lui provava a dimenare con foga, ma con scarsissimi risultati. Insomma una voglia di urlare e di buttarmi dalla finestra ASAP. Non l’ho fatto. Non ho potuto. Ho continuato, con molta difficoltà quel teatrino che io stesso avevo messo su, e niente, oltre a dover combattere col sonno ho combattuto anche con la noia, che ovviamente avanzava sempre di più. Non che io abbia un pene di 40 cm. Insomma una cosa normale.

Ma non un piccolissimo tappo di una biro. Insomma raggiunto l’obiettivo mi sono potuto finalmente rilassare, ed abbracciati ci siamo addormentati. Ovviamente, nel momento in cui potevo finalmente dormire, mi sono lasciato prendere dai pensieri. E lì, ho iniziato il mio solito rito. “E adesso come ne esco? Cosa gli dico? Non posso dirgli che ha il pisello troppo piccolo. Penserà che sono una persona superficiale. Troppo superficiale. Sì, ma effettivamente aprire una relazione con questo presupposto mi sembra proprio fuori luogo. Ed inutile soprattutto. Cosa faccio? Passo i miei giorni a fantasticare sui piselli degli altri? O peggio. Passo la mia vita a far finta che mi piaccia il suo pisello?”. Ecco pensieri del tutto random.

Ma forse, in tutto quel marasma scombinato di pensieri qualcosa di sensato l’ho percepito. Ed ho agito di conseguenza. Con la consapevolezza di far fuori una persona davvero splendida, ho chiuso e limitato il nostro rapporto ad una sera soltanto. Con molto dispiacere del sottoscritto, perché insomma, lui mi è sempre piaciuto, e con conseguente delusione postuma che mi ha portato a riflettere anche su quanto in realtà non mi accontenti mai. Non mi faccio mai scivolare le cose, anzi ne vado cercando troppe. Come dice la nonna di Tiziano Ferro (vedi su in alto) “chi cerca trova / ma chi non trova / cerca troppo e a forza di cercare cade giù / il buono è buono ma il meglioè meglio / sfidi la sorte e guarda caso perdi tu”. Ecco la morale di questa settimana è proprio questa. Ovvero perdo io.

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