Ovvero, dell'eterna paura che un qualsiasi Shooter
si presenti alla nostra porta.
Giornata di scrittura intensiva.
I pensieri scorrono così veloci che le dita faticano a stargli dietro.
La mente ha definitivamente imboccato il sentiero che porta all'infinito della fantasia.
I personaggi palpitano nel foglio, vivono di vita propria. La loro voce riempie le mie orecchie.
TAC-TAC-TAC-TAC.
Ticchettio regolare e, a metronomo, musicale dei tasti.
La pagina si riempie con facilità. Tratti neri contenenti la mia anima.
Il posacenere è ricolmo.
Un'altra sigaretta non può che farmi bene. Aiuta a concentrarmi.
Il bicchiere è vuoto. Dico solo che si svuota con una certa regolarità.
Tra un po' avrò bisogno di un'altra bottiglia.
TOC, TOC!
Qualcuno bussa alla porta.
Non voglio alzarmi.
Se mi volete tornate più tardi.
TOC, TOC!
Non voglio sentire.
TOC, TOC!
'Fanculo, arrivo!
Apro la porta...
«Lei ha rubato il mio racconto...»
Fuck!
E.