L’intervista rilasciata domenica dal presidente Denti è piena di contraddizioni e sottolineiamo le principali.
Se, come egli stesso afferma, nel 2012 alcuni interventi urgenti sono “stati accantonati” è lui il responsabile, non altri.
Se alcuni comuni del territorio si trovano nella condizione di rischiare una sanzione è lui il responsabile, per non avere messo tali interventi in cima alla lista delle priorità.
Non ci stupisce che la Cassa Depositi e Prestiti sia recalcitrante a concedere mutui visto che, tradendo in pieno lo scopo per cui è stata creata, invece che essere d’aiuto agli enti locali utilizza allegramente i soldi degli italiani per speculazioni borsistiche. Ma se si è consapevoli che necessitano ulteriori finanziamenti rispetto a quanto pianificato non si attende ottobre per muoversi e non si affida il compito al vicepresidente di una società, si mobilita l’intero quadro della politica locale per una azione corale e condivisa.
Ogni credibilità del presidente Denti viene comunque a mancare nel momento stesso in cui chi legge fa (semplicemente) due più due: il procedimento di gara non prenderà complessivamente meno di un anno. Le eventuali sanzioni scattano il 31 dicembre. Dunque dire che privatizzare l’acqua ora serve ad evitare le sanzioni è una presa in giro che tenta vergognosamente e ridicolmente di nascondere il semplice fatto che Denti, Perri e Rastelli hanno bisogno di privatizzare il servizio idrico di tutti i cremonesi. Il re è nudo.
In altra palese contraddizione cade il presidente Denti quando riconosce che forse non ci saranno privati pronti ad entrare nella partita: o è vero e dunque la privatizzazione non serve o non è vero e questa falsità denuncia in pieno che dietro alla decisione sta una volontà ideologica.
La triste e squallida realtà è che questa cricca di “disamministratori” ha inanellato una serie infinita di trucchi, di forzature, di tradimenti a partire dal gravissimo atto con cui il 14 dicembre scorso si è tradita in pieno la volontà unanime dei sindaci. Ma evidentemente tutto è lecito pur di privatizzare il servizio idrico e ora, visto che i sindaci continuano ad essere contrari, l’Ufficio d’Ambito gioca l’ultima carta della forzatura d’imperio.
Denti con i suoi atti e con questa dichiarazione denuncia in pieno il fallimento totale della sua amministrazione. In attesa di discutere la posizione di altri soggetti coinvolti in questa triste e inqualificabile vicenda il Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese chiede la sfiducia dell’intero cda dell’Ufficio d’Ambito o almeno la sostituzione immediata dei tre componenti che hanno votato questa indegna deliberazione.
Comitato acqua pubblica del Cremonese
45.284846 9.845883