Appello alla partecipazione di tutti gli amanti della Puglia al Sit-in per salvare Otranto ed il suo entroterra dalla voracità di una nuova SS-16 progettata assolutamente “non a misura di Salento”!
“Si al lavoro che salva e non devasta il Salento: quello della Rinaturalizzazione!”
Una “STRADA PARCO” in una “CANTIERIZZAZIONE VIRTUOSA” davvero, che valorizza il paesaggio!
NON UNA ENNESIMA PERICOLOSA INUTILE STRADA DELLA MORTE AD ALTA VELOCITÀ!
“Un sit-in pacifista gandhiano per riportare i Lumi della Ragione in una regione che li ha smarriti!”
Luogo e data del sit-in: Domenica 25 marzo 2012 pomeriggio ore 17.30 Otranto, svolta per gli Alimini, lungo il tratto terminale della SS-16
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L’ ecatombe annunciata di oltre 8000 alberi d’ulivo per il progetto della nuova Strada Statale 16 nel tratto Maglie-Otranto, seppure già impressionate come dato di inaccettabile devastazione, è solo uno dei molteplici gravi fattori di compromissioni del territorio connesso al progetto della nuova Strada Statale 16 nel trato Maglie-Otranto. Un’inaccettabile “macelleria territoriale”, che sta portando i cittadini a manifestare contro l’atteggiamento sotto-culturale ed involutivo che la alimenta, con un primo simbolico sit-in organizzato per Domenica 25 marzo, a partire dalle ore 17.30, in Otranto, nei pressi dello svincolo della SS16 per gli Alimini. Ad organizzarlo è il Forum Ambiente e Salute del Grande Salento, che fa appello a tutti gli amanti del territorio Apulo-salentino. Alberi da frutto, innumerevoli alberi di specie selvatiche, pini, querce e arbusti della macchia mediterranea, tutti salvabili e trapiantabili come gli ulivi, con le opportune tecniche e nelle opportune stagioni autunno-invernali, ma anche numerosissime testimonianze della civiltà contadina, interi preziosi trulli (“pajare”), ecc., e chilometri di muretti a secco, tutto oggi condannato alla cancellazione per la voracità di un’ opera che risponde ad una filosofia di infrastrutturazione “modello La Svegas”, assolutamente assurda; un mega spreco di denaro pubblico per una già tra le più comode, larghe e transitabili strade a due corsie del basso Salento! Una terra per altro tra le più ricche di strade asfaltate d’ogni tipo, in Italia! La concretizzazione del “paradosso della pianura”, la concezione di dover e poter congiungere con una strada rettilinea ogni punto ad un altro per una asfaltazione totale e paradossale di tutto il vitale suolo! Un sit-in pertanto “illuminista”, come è stato definito, per riportare i “lumi della ragione” in una regione che pare aver smarrito ogni misura ed ogni dimensione di vera eco-sostenibilità! Un sit-in che non nega le aspirazioni al lavoro, anzi, degli operai e manovalanze varie che dall’apertura dei cantieri sperano di trarre alcuni mesi di stipendio, prima di tornare nel baratro dell’ inoccupazione, ma che afferma invece un principio fondamentale: “il lavoro si, ma il lavoro deve essere etico e di quella vera pubblica utilità che lo rende nobile!” Non si può, per dare “lavoro” genericamente, commissionare opere inutili e devastanti per il paesaggio storico-naturale del Salento, che è la vera ricchezza di questa terra, per il suo fascino ed appeal turistico e per le produzioni della tipicità agro-silvo-pastorali, da cui dipende l’economia vera, destagionalizzata, tutto l’anno del territorio, ovvero di migliaia e migliaia di famiglie, e da cui dipende il benessere psico-fisico di tutti gli abitanti del Salento; valori, paesaggio e salute-qualità di vita, tutelati tutti dalla nostra Costituzione (art. 9 e art. 32).
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No dunque ad un lavoro effimero fondato immoralmente nella ripetizione infinita e ritmica dell’ erosione, della fagocitazione di porzioni crescenti di territorio, cementificate, sfregiate, profanate, cavate, stuprate ed asfaltate nell’entroterra come anche nel mare, (vedi i progetti anche per talvolta inutili mega-porti). Si, dunque, all’ impiego continuo e stabile di quelle stesse forze lavorative, e non, nell’ opera di ricostruzione dell’ infrastruttura di cui il Salento ha davvero e grande bisogno: la bonifica dagli inquinanti con restauro paesaggistico dei suoi territori nel rispetto del suo inconfondibile Genius loci, il restauro-ricostruzione dei beni culturali distrutti o in rovina, la decemetificazione, la riforestazione con piante autoctone naturali assolutamente NO OGM (organismi mutati geneticamente), l’incremento dei suoli agricoli strappati all’antropizzazione degradante e ridati all’”agricoltura del biologico, della tradizione e della salute”, che ovunque deve essere sostituita all’ “agricoltura della chimica di sintesi, hi-tech e del nocivo”!
E per tutto questo si deve ripartire proprio, oggi e non domani, dalla Maglie-Otranto, la strada che congiunge la città patrimonio UNESCO di Otranto nel “Parco naturale costiero Otranto-Santa Maria di Leuca”, con la città di Maglie e quella di Muro Leccese da cui si entra nella vasta area del costituendo importante nell’ entroterra “Parco naturale dei Paduli-Foresta Belvedere” fortemente voluto, come volano di vera crescita culturale ed economica e di tutela dagli stessi cittadini e dalle giovani generazioni, e fondato sulla massimizzazione dell’estetica del pittoresco storico-naturale e sulla bio-compatibilità!
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Da qui i punti cardine della filosofia virtuosa che sarà affermata per quello che deve essere il progetto modificato all’ insegna della virtuosità mancante per la nuova SS16!
Il ripensamento dovuto del progetto per passare dall’anacronistico “modello Dubai” autostradale con quattro mega-corsie con maxi-complanari e svincoli faraonici, ipercavalcavia di soffocante cemento, e dispendio copiosissimo di denaro pubblico, al modello di una ben più utile “Strada Parco”, che valorizza invece il territorio, favorisce la scorrevolezza del traffico ma scoraggia l’alta velocità foriera di mortali incidenti, e favorisce l’uso della bicicletta, vietando rigorosamente ai comuni di cambiare la destinazione d’uso nella fascia di un chilometro intorno alla strada perché restino rurali le aree attraversate e non ricettacolo squallido di industrie, capannoni e centri commerciali come già avvenuto nel tratto Maglie-Lecce della stessa SS16 nei decenni di “barbarie del cemento” recentemente trascorsi. Una strada dove tutti i muretti a secco vengono ricostruiti e costruiti anche dove assenti e soprattutto al posto delle “orride recinzioni in cemento” o moderno metallo che oggi in alcuni tratti offendono il percorso e che nell’allargamento delle carreggiate saranno finalmente abbattute; dove si piantano piante autoctone, (non le si estirpano!), e dove tutta la strada viene ribordata al di là delle piste ciclabili e a debita distanza di sicurezza da due file paesaggistiche continue parallele interminabili di Pini ad ombrello (il mediterraneo pittoresco Pinus pinea), come era in origine, ancora nella prima metà del ‘900, proprio quel tratto panoramico di strada della 16 tra Maglie e Otranto! Una civiltà del paesaggio e della bellezza, e dunque del rispetto per il prossimo, che dobbiamo oggi ripristinare! Un nuovo progetto dove con quella che è stata definita una “cantierizzazione virtuosa”, (ad oggi del tutto mancante!), nel mero ampliamento delle carreggiate, tutti gli alberi, non solo del sacro olivo, ma anche di tutte le altre specie da frutto e selvatiche e gli arbusti della macchia mediterranea vengono recuperati e trapiantati sempre nella medesima zona nelle aree poste nei coni visuali che si godono dalla stessa SS16! Una cantierizzazione in cui tutti gli eventuali “abituri” rurali e trulli, inevitabilmente non bypassabili dall’allargamento della strada, vengono ben rilevati pezzo pezzo e pezzo per pezzo smontati e ricostruiti poco oltre dalle manovalanze espertissime della pietra a secco del Salento!
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Dove tutti gli interventi abbiano a monte e nel mentre indagini archeologiche accuratissime con la collaborazione delle Soprintendenza atte a suggerirne varianti progettuali a monte ed in corso d’opera. Una strada con divieto assoluto di cartellonistica pubblicitaria, che si snoda nel mosaico restaurato del tipico paesaggio salentino per tutti i suoi chilometri da Maglie ad Otranto; un paesaggio che alterna masserie, uliveti, pascoli rocciosi, orti e giardini, pinete, querceti, vista di serre e valli fluviali idruntine, del mare del Canale d’Otranto all’ orizzonte e degli alti Monti dell’ Epiro.
Tanto lavoro non solo per gli operai della movimentazione terra, ma anche per altri e per altre professionalità, primi fra tutti i vivaisti dell’autoctono, e i giovani maestri della pietra a secco formati dai tanti corsi fatti nella nostra provincia in merito! E soprattutto, infine, un’ opera utile davvero al Salento, la “strada parco”, per farlo crescere nella “strada” che ha imboccato e che è stata sancita dal PTCP, il Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Lecce adottato nel 2009, che consacra il Salento quale “Parco Naturale e Culturale dei 100 e più comuni”; il Salento che tutti vogliamo e la cui edificazione motiverà tutti coloro che, amando il nostro territorio, parteciperanno all’appello di partecipazione a questo primo pacifista sit-in dei lumi della ragione!
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E’ per questo, che tutto questo processo virtuoso si deve svolgere azzerando da parte dei più diretti interessati alla cantierizzazione e di quegli eventuali politici al loro fianco, ogni conflittualità inutile, sterile e perditempo, vero freno alla crescita culturale e al miglioramento della nostra terra, per un costruttivo dialogo con ANAS, il Governo e tutte le istituzioni territoriali (i comuni attraversati di Maglie, Muro Leccese, Palmariggi, Giurdignano e Otranto), Provincia di Lecce e Regione Puglia), specie poi in questo momento storico di crisi, dove la “misura”, ed “equità”, ed il “rispetto” dei territori e delle loro genti ed esigenze, devono essere i fari più brillanti da perseguire tutti insieme per il Bene Vero di Tutti e Tutto!
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