“Cazzo scrivi?”
Sollevo la testa dal quadernetto e metto a fuoco lo spurgo che ho davanti. Sembra la brutta copia di Johnny Rotten con i capelli rossi. Ho quasi la tentazione di cantare Anarchy In The UK e togliermelo di torno. All’ultimo desisto.
“Roba pulp” rispondo, muovendo la penna tra le dita.
Il tizio ciuccia una sorsata dalla lattina di birra e trattiene un rutto.
“E che cazzo di genere sarebbe?”
“Storie torbide piene di sesso e violenza.”
“Merda, sei un altro Bukowski del cazzo col cervello in pappa.” Sospiro. “A dirla tutta, Bukowski non mi ha mai fatto impazzire. Preferisco Chuck Palahniuk.”
Il tizio si gratta la testa. “Già sentito” borbotta e increspa la fronte. “Ci sono! È quel finocchio che ha scritto Pasto nudo!”
Scuoto la testa. “Hai le idee un attimo confuse, bello. Quello è William Burroughs.” Johnny Rotten non sembra far caso al mio commento. Sposta lo sgabello e parcheggia il culo, sentendosi in dovere di trattenersi. Guarda il barista e chiede un altro giro di birra.
“La meno cara che hai!” grida, neanche fossimo al mercato del pesce. “Spiegami meglio che cazzo è questo pulp visto che ti dai arie da primo della classe.” Appoggio il gomito sul bancone. “Il sangue è l’ingrediente principale, mischiato a una generosa dose di humour nero. A grandi linee si tratta di una rimasticatura del noir e del thriller, per dar vita ad un pastone grottesco.” Il cantante dei Sex Pistols si strofina la nuca. Mi fissa con occhi da cerebroleso. Probabilmente il cervello non lo aiuta.
Porcalaputtana…
Mi trasformo nella controfigura di Gandhi. Regolo al massimo i livelli di autocontrollo e ricomincio.
“I personaggi di questo genere sono sempre immersi in vicende quotidiane (il giornalaio che solleva la serranda o la vecchina che cerca di scavallare la fila in Posta, tanto per intenderci) e il pulp nasce dal contrasto tra questo aspetto e quello che poi fanno questi personaggi: assassini, stupri, torture. Claro?” Johnny Rotten si guarda intorno.
Forse cerca l’aiuto del pubblico.
Ho un’ultima carta da giocare.
Se non capisce così…
Andrea Mariani Ossarotte