Manlio Scopigno e il suo Cagliari dei miracoli, storia di uno scudetto da duri (by Frankie)

Creato il 07 dicembre 2013 da Simo785

Ingredienti per la ricetta “Campioni d’Italia 1970” :

1 Allenatore con buona esperienza in squadre di medio livello con grande senso tattico e capace di osare

1 Bomber, trascinatore e leader di un’intera squadra, capace di perforare qualsiasi difesa

3 Giocatori scartati da grandi società in cerca di riscatto

1 Portiere tra i più forti della storia italiana

7-8 Giocatori di medio valore che si facciano trasportare dal loro mister e dai loro leader in campo.

1 Città fuori dagli stereotipi italiani

Voglia di fare i duri !

 Ecco, più o meno questi sono gli ingredienti che hanno fatto nascere quella “miscela” dal sapore unico che portò il Cagliari a cavalcare e portare a termine un sogno, nella stagione 1969/70, laurendosi Campione d’Italia !

Ovviamente dici Cagliari campione d’Italia e dici Gigi Riva, è lui il volto e la bandiera di quello scudetto, ma è bene sapere che intorno a lui è stato costruito un team perfetto, fatto di protagonisti e comprimari, tutto curato nei minimi dettagli per sconfiggere le superpotenze di Inter, Juventus e Milan.

Manlio Scopigno, allenatore con diverse esperienze, sulla panchina del Cagliari era arrivato due stagioni prima, ma non era stato “amore a prima vista”, dopo solo un campionato fu sollevato dall’incarico e passò la stagione successiva alla corte dell’Inter anche se senza alcun incarico ufficiale.

Nell’estate del 1969 il suo ritorno in Sardegna, Scopigno era un allenatore fuori dai generi, grande stratega in campo ma anche molto permissivo fuori, abolì i ritiri preferendo creare un gruppo vincente anche fuori dal campo, questo aneddoto di capitan Cera ne è forse la sintesi perfetta :

« Scopigno era arrivato da poco. Eravamo in ritiro per una partita di Coppa Italia e in sette o otto, in barba alle regole, ci eravamo dati appuntamento in una camera per giocare a poker. Fumavamo tutti e giocavamo a carte sui letti. C’era anche qualche bottiglia che non ci doveva essere. Ad un tratto si apre la porta: è Scopigno. Oddio, penso, ora ci ammazza (Silvestri lo avrebbe fatto), se ci va bene ci leva la pelle e ci fa appioppare una multa! Scopigno entrò, nel fumo e nel silenzio di noialtri che aspettavamo la bufera, prese una sedia, si sedette vicino a noi e disse tirando fuori un pacchetto di sigarette “Do fastidio se fumo?” In mezz’ora eravamo tutti a letto ed il giorno dopo vincemmo 3-0. »

Passiamo ora al campo, come tutti i grandi scudetti l’equilibrio tra grandi campioni, uomini tecnicamente validi e indomiti gregari e’ stata la carta vincente.

Un portiere, un campione, questa l’identikit di Enrico Albertosi, uno dei più forti estremi difensori della nostra storia, ovviamente un grande valore aggiunto per i sogni di gloria della formazione sarda.

Una difesa ben ancorata a protezione dell’area, guidata da Niccolai, stopper fortissimo che si meritò anche l’azzurro, anche se i maligni lo ricordano spesso più per i suoi autogol che per le sue grandi dote difensive. Da segnalare anche il terzino destro Martiradonna, veterano del Cagliari, grinta e polmoni da vendere, il compagno che tutte le ali offensive vorrebbero avere alle spalle.

Il centrocampo era forse il reparto capolavoro di mister Scopigno che aveva assemblato quattro fantastici e variopinti interpreti, a partire dal capitano, Cera, capace di far girare la palla in modo preciso e fluido oltre a possedere un preciso lancio capace di “imbeccare” le punte, ovviamente in primis Gigi Riva.

Greatti era il classico recupera palloni, tenace e combattivo ma anche bravo in fase di rifinitura.

E poi c’erano loro “gli scarti” dei grandi club ! Nenè aveva giocato nella Juventus, era arrivato in bianconero per sostituire l’insostituibile Charles e fallì ben presto.

Scopigno, da abile uomo di calcio, sicuro delle doti del brasiliano gli cambiò ruolo, lo reinventò centrocampista offensivo. Nenè, finalmente libero di svariare sul fronte offensivo senza “l’obbligo” del gol esplose rivelando finalmente al calcio italiano la sua pregevole tecnica, impressionando anche per la sua capacità di inserimento.

A completare il reparto arrivò Domenghini, ex-Inter, le sue discese sulla fascia erano insostituibili, la sua classe nel legare i due reparti, quello di metà campo e quello offensivo, erano un altro valore aggiunto.

Tra gli ottimi giocatori di secondo piano di certo merita citazione Brugnera, giocatore molto pericoloso negli inserimenti e autori di alcuni gol fondamentali per la marcia dei sardi.

In attacco arrivò, sempre dall’Inter, sempre nell’affare Boninsegna (insieme a Domenghini),Bobo Gori, non un fenomeno, ma quello che ci voleva per valorizzare Riva. Veloce e con un ottimo senso tattico, Gori era abile nel procurare spazi per gli inserimenti dei compagni e a  sfruttare quelli che si aprivano nei contropiedi.

E poi, ovviamente lui, l’uomo che ti può far vincere uno scudetto: “rombo di tuono” Gigi Riva!

Anche qui però il tocco dell’allenatore fu importante, a partire dalla dolorosa cessione estiva di Boninsegna, infatti paradossalmente proprio il privarsi di un campione voleva dire mettere Riva in posizione più avanzata, pronto finalmente per l’esplosione definitiva e così è stato. Nel ruolo di centravanti Riva divenne una macchina da gol perfetta a cui tutto il Cagliari si metteva al servizio. Un tiro di una forza incredibile, una potenza fisica devastante, una faccio da duro, non serviva proprio niente di più !

Vi proponiamo per chiudere, la “cavalcata” scudetto del Cagliari, da leggere tutto di un fiato !

L’esordio fu uno scialbo 0-0 sul campo  della Sampdoria, da lì in poi però il Cagliari mise la “quarta” incanalando quattro vittorie di fila, rispettivamente contro Vicenza, Brescia (in entrambi i match a segno la coppia Domenghini-Riva), Lazio (di misura con gol del “gregario” Brugnera) e poi lo storico e discusso 1-0 al comunale di Firenze, con un rigore dubbio trasformato da Riva e un gol annullato ai viola che mandò su tutte le furie i supporter toscani, anche  il vento sembrava tirare verso la Sardegna.

Nella sesta giornata è un altro big-match, contro l’Inter di Mazzola. Il Cagliari viene subito trafitto da Suarez ma trova la forza di reagire e pareggiare con Nenè per un punto che fa continuare la serie positiva.

Il Cagliari riprende spedito facendo fuori sia il Napoli (con una grande doppietta di Gigi Riva che pur non al 100% batte due volte Dino Zoff) che la Roma (grazie a un altro fondamentale gol di Nenè).

Alla nona giornata si presenta la Juve, non in un gran momento di forma, il Cagliari passa in vantaggio con Domenghini, ma nel finale viene raggiunto proprio dall’unico sardo nelle fila ospiti, Cuccureddu.

Senza Riva i sardi non vanno oltre il pareggio nella successiva trasferta di Verona (gol di Greatti), mentre proprio Riva decide l’altro match contro il Bologna.

La dodicesima giornata segna un bivio, il Cagliari non è brillante come al solito e un gol di Troja (va bene, doppi sensi concessi, dai..) non solo sancisce la prima sconfitta in campionato ma anche una mega-squalifica di Scopigno per proteste.

Il Cagliari non sa più vincere, pareggia prima col Bari e poi col Milan (gol di Riva a cui risponde Prati), ma è ancora in vetta e nell’ultima giornata del girone d’andata mantiene il primato con un successo a spese del Torino, in gol sia Riva che Gori.

Al giro di boa, Cagliari 22 punti, Juventus, Inter, Fiorentina 19 punti.

Il girone di ritorno inizia in modo brillante, con il 4-0 rifilato alla Sampdoria (doppietta di Domenghini, gol di Riva e Gori), la vittoria a Vicenza (doppietta di un incontenibile Riva) e un altro 4-0 in casa contro il Brescia (doppietta di Brugnera, gol di Riva e Gori).

E’ il miglior Cagliari della stagione, le vittorie consecutive arrivano a cinque quando espugnano il campo della Lazio grazie ai gol della coppia Domengini-Riva.

La striscia di successi si interrompe nella partita contro i campioni d’Italia della Fiorentina, con uno 0-0 che sa di occasione persa.

Alla ventunesima giornata il Cagliari cade nei minuti finali a Milano contro l’Inter, in gol l’ex Boninsegna che compie così la sua personale vendetta.

La marcia dei sardi riprende contro il Napoli (gol di Gori e Riva) a cui segue un pareggio contro la Roma (gol di Domenghini).

Alla 24° giornata il Cagliari ha due punti di vantaggio sulla Juventus, le due si scontrano a Torino in un match che può valere il campionato.

La partita la sblocca Niccolai con uno dei suoi proverbiali autogol, il pareggio arriva con una magia di Gigi Riva.

Secondo tempo in cui nessuno sembra prevalere fino ad un rigore dubbio assegnato ai bianconeri da Lo Bello. Albertosi para, ma è tutto inutile, l’arbitro fa ripetere! La Juve cambia il rigorista e Anastasi non sbaglia. Il direttore di gara mette tutto a posto nel finale concedendo un altro rigore generoso a Riva che trasforma per un pareggio che per i sardi vale oro.

La giornata successiva però succede l’impensabile, il Cagliari batte di misura il Verona (rigore di Riva), ma la Fiorentina batte la Juventus portando a  4 i punti di vantaggio dei sardi sull’inseguitrice a solo 5 giornate dalla fine.

Segue un pareggio a Bologna, la Juve recupera un punto, sardi a +3.

Alla 27° giornata arriva il Palermo, unica squadra insieme all’Inter ad aver battuto il Cagliari, la vendetta è servita, un 2-0 (gol di Nenè e Riva) che fa rimanere invariato il distacco dalla seconda, ora però mancano solo tre giornate, il popolo sardo ci crede !

28° giornata, l’apoteosi !

Il Cagliari riceve un Bari disperato che fa catenaccio estremo, ma un colpo di testa di Riva a fine primo tempo fa esplodere il pubblico di casa!

I sardi amministrano senza patemi, trovando solo nel finale il raddoppio di Gori, ma il colpo di scena è quello della Lazio che batte la Juventus e decreta matematicamente la vittoria dello scudetto, IL CAGLIARI E’ CAMPIONE D’ITALIA !

Nelle restanti due partite il Cagliari pareggia con il Milan e poi va a vincere con un sono 4-0 in casa del Torino, a segno Domenghini, Gori e una doppietta di Gigi Riva.

La classifica finale vede il Cagliari campione con 45 punti, Inter 41, Juventus 38, Milan 36.

Ben 6 giocatori del Cagliari (Riva,Albertosi,Cera,Niccolai,Domenghini,Gori) disputeranno i Mondiali del 1970, in cui la nostra nazionale arrivò in Finale, questa la dimostrazione che quel Cagliari non era solo Riva, soprattutto Riva, ma non solo….


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