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Manoel de Oliveira: è morto l’immortale. Il suo ultimo film (recensione)

Creato il 02 aprile 2015 da Luigilocatelli

11842-O_velho_do_restelo-director_Manoel_de_OliveiraSe n’è andato via a 106 anni, e non occorre dire molto altro. Di Manoel de Oliveira, maestro vero del cinema portoghese e del cinema tutto che ha lavorato fino all’ultimo (e capace a 104 anni di darci un capolavoro di inaudita potenza come Gebo e l’ombra) si è scritto molto e molto si scriverà in questi giorni. Dico solo che con lui se ne va, temo per sempre, una certa idea di cinema e una certa idea della borghesia affondata nei valori ottocenteschi. Era la sua visione del mondo, la sua coscienza di appartanere a quella classe a forgiare i suo film e il loro stile così inattuale e dunque atemporale, eterno.
Ripubblico quanto ho scritto nel settembre 2014 a Venezia dopo la proiezione di quello che risulta essere il suo ultimo film, un corto di 19 minuti proiettato alla Mostra fuori concorso.

O Velho do Restelo

O Velho do Restelo

O Velho do Restelo (The Old Man of Belem) di Manoel de Oliveira. 19 minuti. Voto 8
A 105 anni de Oliveira ci manda questo corto. Riflessioni sulla sconfitta, sull’anima lusitana e iberica, sul tradimento e altro. Camoes parla con Don Chisciotte, entra in scena lo scrittore Camilo de Castelo Branco. De Oliveira aggiunge pezzi di suoi film precedenti e frammenti del Don Chisciotte del russo Grigori Kozintsev, la migliore cineversione di sempre del romanzo di Cervantes (e sempre di Kozintsev, aggiungo, è anche il miglior Amleto che si sia mai visto al cinema). Ipnotico, avvolgente, come tutto de Oliveira. Con quell’eleganza sublime di chi ha potuto respirare l’aria e lo stile della borghesia tra Otto e Novecento.

O Velho do Restelo

O Velho do Restelo

O Velho do Restelo

O Velho do Restelo


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