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Manovra Monti: non c'è equità

Creato il 06 dicembre 2011 da Gaetano61
Considerare equa la manovra Monti risulta difficile, basta guardare alla riforma delle pensioni, al blocco dell'adeguamento al costo della vita delle stesse pensioni poco sopra i novecento euro, all'aumento dell'addizionale regionale Irpef, al prossimo aumento (nel 2012) di due punti dell'Iva, alla tracciabilità abbassata "solo" da 2500 a 1000 euro. In particolare, le misure fiscali colpiscono in misura maggiore i redditi bassi (trattandosi di aliquote uguali per tutti), mentre non si è messo mano alle aliquote Irpef dei redditi che superano i 75 mila euro, con la motivazione che si tratta dei "soliti noti", vale a dire di contribuenti fedeli nei confronti del fisco (questo può essere ed è anche vero, si tratta comunque di cittadini che dimostrano una capacità contributiva superiore a quella dei pensionati che, superando di poco i novecento euro mensili, subiranno di fatto una decurtazione del loro assegno). Ma la vera questione non toccata dal governo Monti è quella della mancata introduzione di una imposta patrimoniale di carattere strutturale, non potendo considerare tale il contributo richiesto ai possessori di alcuni beni di lusso. Qui penso che abbia giocato in maniera rilevante il veto imposto dal Pdl, mentre, dall'altra parte, il Pd non è stato capace di fare altrettanto, ma questo per una ragione molto semplice: il governo Monti esprime, al di là della sua composizione formalmente "tecnica",  una visione politico-sociale più vicina al centro-destra che al centro-sinistra (e il complesso delle misure approvate, a mio parere, lo conferma).

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