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Manuale del Piccolo Psicoanalista - MARIA ‘A PAZZA E L’ELOGIO DELLA FOLLIA

Creato il 28 ottobre 2011 da Ciro_pastore

Proseguendo nel “pazzià” con la scatola-gioco, IL PICCOLO PSICOANALISTA, vi intratterrò su temi a sfondo psicologico/psicoanalitico. Avrete notato come nella lingua  napoletana la parola “ giocare” ha uno strano etimo comune con la parola pazzia? In fondo, il gioco e la follia hanno molto in comune. Il mio gioco folle  tenta di raccogliere la vostra attenzione con piccole ed anomale considerazioni, partendo da una deviata e deviante visione del mondo che ci circonda.
Manuale del Piccolo Psicoanalista - MARIA ‘A PAZZA E L’ELOGIO DELLA FOLLIAMARIA ‘A PAZZA E L’ELOGIO DELLA FOLLIASe non accettare convenzioni, ipocrisie e falsità significa esser folli, allora io mi dichiaro FOLLE
Tutti quelli che utilizzano i treni della Circumvesuviana e, soprattutto, la stazione di Napoli Porta Nolana non possono non conoscere la famosa, direi famigerata, Maria a’ pazza. Un donnone dall’età imprecisata, e dal peso altrettanto incommensurabile. Notata dai più solo per l’olezzo che le sue carni sfatte emanano, viene accuratamente evitata dagli sguardi dei milioni di benpensanti che ogni anno le sfilano davanti, assolutamente noncuranti, non solo del suo destino umano, ma soprattutto della sua stessa presenza. Maria ha deliberatamente scelto di abbandonare il comune consesso sociale per rifugiarsi in un mondo solitario dal quale esce soltanto per apostrofare i suoi simili di invettive, spropositate e sguaiate, che hanno come fine ultimo quello di farsi notare da un mondo che fa di tutto, invece, per seppellirla nel ghetto della sua apparentemente assurda diversità.
Ma cosa sottolinea, inconsapevolmente, il comportamento di Maria a noi normali? Cosa tenta di far emergere il suo volontario esilio dalla società? Che insegnamenti potremmo ricavarne, noi inquadrati membri del vivere in una comunità, che di comunione hanno poco o nulla?Domande a cui si può in qualche modo rispondere facendo riferimento ai classici del pensiero filosofico e psicoanalitico, partendo proprio dal famoso ELOGIO DELLA FOLLIA di Erasmo da Rotterdam, che nel 1509 di ritorno da un viaggio in Inghilterra presso il suo amico Tommaso Moro, scrisse pagine di encomio per il suo ospite (in greco il titolo sarebbe infatti Morias Enkomion, in cui è evidente il richiamo al cognome del famoso filosofo inglese). Erasmo ricorda che altri uomini famosi della storia hanno composto opere simili alla sua, come Omero con "La guerra dei topi con le rane" (la famosa Batrocomomiachia), oppure Virgilio con "La zanzara e la focaccia". Erasmo parla di elogio della follia non da uomo folle, però, visto che cerca di focalizzare l'attenzione su ciò di cui si può scherzare, piuttosto che sulla sua presunta indecenza. Ma la follia è indecente non nel senso di assenza di buone maniere, o almeno non solo per quello. Maria a’ pazza è sicuramente indecente dal punto di vista fisico, ma lo è ancor più perché ricorda a ciascuno di noi quanto indecenti siamo nella nostra affannosa ricerca dell’accettazione delle regole del vivere civile. Quante ipocrite convenzioni, quante oscene falsità, quanti meschini compromessi accettiamo e proponiamo pur di non essere estromessi dalla società dei perbenisti apparenti? E tutte queste azioni non sono più indecenti di tutti i possibili folli comportamenti di una qualsiasi dei milioni di Maria a’ pazza, sparsi per il mondo?
Personalmente, alla fine (o all’inizio?) di un (seppur breve e circoscritto) percorso di vita, dopo esser stato completamente immerso nella accettazione delle più bieche falsità e delle peggiori ipocrisie, ho deciso di “dichiarare” apertamente la mia follia, perché se folle significa non accettare più di vivere secondo quelle putrescenti regole, ebbene sì: io sono folle. Sono sicuro, peraltro, che la mia personalissima (e sicuramente donchichottesca) battaglia contro il Male sia stata da molti diagnosticata come il segnale di un incipiente follia. Ma mi pare del tutto naturale che chi nel Male vive e convive non possa che vedere nella mia “irresponsabile” e, forse autodistruttiva, volontà di esternare ogni verità, il segnale di una follia. Ma chi è in fondo più folle? A mio parere, folle è chi tenta di convincersi che la vita sia sostanzialmente accettare pedissequamente ipocrisia e falsità, pur di restare nel giro. Io dal giro ho deciso di uscire e provo a vivere come Maria a’ pazza, convinto sempre più che i veri pazzi sono gli altri. Per citare le parole di Erasmo da Rotterdam Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia.Ciro Pastore – Il Signore delle Anime Smarrite
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