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#manzano2013 (quello vero)

Creato il 26 gennaio 2013 da Marcopress @gabbianone

Abbiamo seguito la convention del presidente Fvg Renzo Tondo accanto a una penna di classe. Una penna libera, come avremmo voluto pure noi. Per fortuna c’è il gabbianone, che vi racconta tutto (ho messo solo tre beep). Grazie a V.

INTRO
Talmente poco scenografico, da mancare le sedie. La convention di Renzo Tondo si è aperta con l’accademico quarto d’ora di ritardo, si pensava in attesa del live channel annunciato ma invisibile, insiegabilmente lanciato #manzano2013 de che. Via, l’inno nazionale su immagini del friulano orgoglio delle Frecce Tricolori.
L’immagine del volto di profilo del presidente, un po’ da foto segnaletica, capeggiava alla destra di un logo tondo, un po’ troppo farmaceutico, vago richiamo a Ennio Doris-versione Crozza.
In barba alle regole del teatro, conduce di viola vestita una bionda titubante lettrice che non pare la reincarnazione della Melato.
IL PRIMO VIDEO
La guerra sul Carso, la fuga del popolo (popolo, popolo, popolo: le parole ci sono e tornano) dalle foibe in cerca di fortuna, il pericolo comunista rimbazato, lasciano il passo all’avvento democratico su viole e violini, e al modugnesco ingresso dell’industria, spezzato dal sisma del ’76 (l’età media dei presenti lascia presumere che TUTTI lo abbiano vissuto, mancano i giovani nel popolo di Tondo).
«Bisogna ricostruire, non piangere», l’anima profonda del popolo del Friuli Venezia Giulia emerge da una donna. Modernità, logistica, un po’ troppe visioni di porto nella figuraccia sul rigassificatore che farà sparire gli investitori stranieri. E finalmente lui: musica trionfale, donne in prima fila, «debito abbattuto» il tormentone alla base del contratto di Tondo con il suo popolo, la terza corsia raccontata come se fosse già stata inaugurata da un presidente operaio con l’elmetto sempre in testa, bandiere friulane e il Dalai Lama che strappa l’applauso di UNA persona dagli spalti. Keywords: autonomia e responsabilità.
I PRIMI DUBBI
Fine del video, strisciano dubbi che lui non ci sia, cerimoniere assente pur di estradizione alberghiera. La violacea parla di lui come se parlasse di un’azienda: «Tondo crede molto nell’innovazione».
I TESTIMONIAL
Primo testimonial, Giovanni di Meo, 27 anni, zio Fester vestito da Renzi non a caso, curriculum internazionale per un triestino a Bruxelles ma ubiquamente «nel board di Finest» (la finanziaria che vuole internazionalizzare le imprese trivenete): viene da chiedersi chi abbia pagato il volo da Bruxelles a Manzano dello sponsor della fuga dei giovani del popolo del Fvg. Niente da segnalare, elenca iniziative europee come se le avesse inventate Tondo.
voto:5.
Secondo e terza testimonial: Giorgis, della cartiera di Ovaro, uno di quei posti di montagna che funzionano grazie ai quattrini regionali. Pompino a C., rumori non di godimento dalla sala, C. però. La viola si affianca in postura parentesi per sedarlo, i tempi qualcuno li conta ma nessuno li tiene, lui legge in finale una cosa del suo presidente che sarebbe bastata e avanzata. Doppio pompino.
La terza testimonial, Lisa Cardellini (forse) direttamente da un centro sociale, si okkupa di marketing e parla come la Tommasi prima di girare il porno ma non è gnocca, racconta la sua famiglia e non frega davvero un cazzo a nessuno. Ma almeno dura poco.
Voto alla coppia: 4, per addizione.
Ancora Tondo non si vede.
Quarto gruppo, quattro donne in rappresentanza di 60 famiglie della chiusura della ditta Bernardi. Leggono (meglio di tutti quelli che hanno preceduto) un intervento, intelligente. Finalmente un testo comprensibile, rende umano il (fantasma del) presidente Tondo e dell’assessore Brandi.
Quinto testimonial, la signor sindaco di Visco (il paese eh), Elena Cecotti. Finalmente si riconosce la politica, tostamente femmina anche se vagamente beep. Il primo applauso al primo insulto verso la non citata Serracchiani. L’atmosfera si scalda.
Sesto testimonial, il sosia di Capezzone che fa rima con Valvasone, paese di cui è sindaco. Focus sul lavoro, Capezzone definisce il governo Monti una «iattura», e scatta il secondo applauso e il primo «bravo» dagli spalti. Nuovamente citato il presidente volontario, vicino alla gente che fa parlare i fatti.
RUZZLE
Video numero, 2. Tornano le keywords «autonomia=responsabilità». La viola (ma sarà del popolo viola?) sbaglia ad annunciarlo «autonomie e responsabilità», dimostrando di non aver capito una ciccia. Dura più la presentazione dello spot tv, ché i secondi in tv costano (geniale Tondo che sceglie il format Ruzzle, chapeau).
TOROS (IL SENATORE NON IL VINO)
Arriva il senatore Toros, direttamente dall’istituto geriatrico dove a insaputa di un infuriato beep devono aver caricato le pastiglie. Prende applausi. La viola lo tratta come il nonno rincoglionito, in realtà è il più lucido finora. Retorica splendida, mette insieme futuro e passato, orgoglio e umiltà, territorio e universomondo. Primo applauso non retorico ma orgoglioso, il popolo nasce col senatore stasera, spermatozoi highlander.
Voto: 9, ma perché non candidano lui?
CERCHIO TONDO
Si chiude così il cerchio, gli ingredienti di identificazione del popolo ci sono tutti: il giovane brillante, la scappata di casa, l’imprenditore montanaro, gli amministratori dei piccoli generi, il vecchio politico dalla fedina penale intonsa.
IL PRESIDENT
Finalmente LUI.
Si cambia fronte del palco, Tondo dal pulpito. Innanzitutto ringrazia e quantisiamoquantoégrandeilpopolodelfvgvivailpopolodelfvg.
Responsabilità detto subito, per lui tra le due keywords vince questa. Senso di appartenenza alla comunità, i giovani (oh Tondo, i giovani qui non ci sono, qui è giovane il cronista del Piccolo, ti rendi conto?!?) hanno una speranza grazie a questa comunità.
L’orizzonte temporale sono i 50 anni della Regione, per attualizzare la specialità e le centomila poltrone che da questa derivano. Per la seconda volta nella serata torna il parodosso dell’autonomia per tutti, insieme alle responsabilità (essì, ah Tondo ma ci vuol tanto a parlare al tuo popolo delle altre autonomie reali, vedasi Sicilia?? Ma chi ti consiglia?!?).
Citati la lanciata Savino e il trombato kompagno Kosic, modelli uno di governo e uno di idee ovviamente non traducibili in governo.
Tondo non rinnega il Pdl di cui però non ricorda lo svolgimento dell’acronimo, sìsìsì lo rappresenterò.
Federazioni e accorpamenti, Csu e Cdu bavarese (così non capisce nessuno, bravo Tondo genio), contano i contenuti e non i contenitori.
Vede striscioni fatti dai suoi che gli fanno piacere. Tenero.
Tondo operaio, volontario e professore. Più professore di Monti, perché non serve essere professori per ridurre il debito, basta non spendere in cose elettoralmente utili gli avanzi di bilancio. Ottimo movimento di mettersi-togliersi gli occhiali, professore-operaio, tic-tac.
Il cronista del Piccolo distrae, ma resta ottima organizzazione del pensiero, rigoroso e facile, pochi numeri, sostanza, equilibrio di riscontri e di affondi: dimezzato il debito che secondo la sinistra non c’era, internazionalizzazione, terza corsia senza obolo personale, taglio alla macchina regionale, riduzione enti. Attacco al benaltrismo con cui qualcuno (ma non il popolo suo, eh, benaltri, si intende!) ha tentato di bloccare queste r-a-z-i-o-n-a-l-i-z-z-a-z-i-o-n-i. Così come il tema del taglio dei consiglieri, su cui interviene anche Giuss, «l’ottimo é nemico del bene».
Caldo finalmente, Serracchiani, se perdi resti a servizio dei cittadini in consiglio regionale o torni con il Missoni outlet e l’elastico di spugna nel parlamento europeo? Dici dici, Debbie, ma dicci ora come fece Illy – che mica gli venga in mente di candidarsi coi professôrs (clap clap clap Tondo, così).
Scarpe e sassolini. 2004, allora i sinistri erano venuti a promettere la Provincia regionale di Tolmezzo, io li rimbalzai perché ingannavano i cittadini senza poter dare le questure, le prefetture e via cantando, e ora questi stessi vogliono abolire tutte le Province.
«Non c’è niente di più difficile di realizzare cose semplici», potevi risparmiarcela Tondo.
Sì autonomia e no neostatalismo alla Monti (secondo flash in Furlan, chidimenticachiringrazia, ma Manzano è piena di triestini che non capiscono).
«Uscite dal vostro territorio e ascoltate i vostri cittadini», manca «e date gli una carezza dicendo loro che é la carezza del P..residente».
Recupero dell’unica categoria esclusa sul finale, i professionisti (citate svariate professioni) e voilá il popolo del Fvg è completo, diamo a voi da fare cose che fa la macchina pubblica.
I sindacati, uno scivolone. Tondo smettila di potenziare tu Belci, ma chi ti consiglia??!?
On The Road altro punto da dimenticare. Che poi, hai fior fiore del giornalismo presente e SPIEGHI LE CITAZIONI, Tondo? Ma chi ti consiglia?
IL GIUDIZIO
Leggi male e vai bene a braccio, Tondo, quindi non leggere.
Bravo nei gesti, solido nel pulpito, brioso nel togliere e mettere occhiali. Scavalco da un piede all’altro la sola cosa che tradisce l’età. Bevi una volta sola come chi teme la prostata ma al contempo è sicuro della sua saliva.
Giusta enfasi di preparazione alle (troppo poco numerose) bordate.
IL VOTO
7, ma ci aspettavamo molto di più.
Tipo una dico UNA fottuta citazione della parola ENERGIA. Beep



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