Tuttavia alcune delle opere di questo Museo valgono da sole una visita: i delicatissimi bassorilievi in pietra grigio-verde e in arenaria, le apsara, gli elementi lignei e alcune statue di Buddha custodite nella zona dedicata all’India e al Sud-est Asiatico mi hanno letteralmente incantata.
Oltretutto l’allestimento è molto curato e l’illuminazione valorizza le opere rendendo volumi, linee e dettagli ancora più suggestivi.
Anche i rari reperti khmer sono di grande bellezza. E nell’area dedicata al Tibet ho letteralmente adorato i paramenti sacri di ossa umane e gli stupendi frontespizi e le copertine lignee dei Libri dei Morti che non avevo ancora mai avuto occasione di ammirare in nessun Museo.
Nell’area dedicata al Giappone in questi giorni si possono ammirare dei meravigliosi kesa, mantelli rituali buddhisti in seta riccamente ricamata, e una parte delle “53 stazioni della Tokaido” di Hiroshige, il Maestro della neve e della pioggia, di cui vi avevo già parlato qui in occasione di una stupenda mostra vista a Roma circa un anno e mezzo fa.
All’ultimo piano, dedicato all’Islam, si possono ammirare alcune preziose pagine miniate del Corano e una piccola collezione di ceramiche selgiuchide (purtroppo difficili da fotografare perché sotto vetro).La cosa di cui si sente più la mancanza nel Museo è un ristorante o sala da tè (magari tematici come quelli deliziosi del Guimet e dell’Istituto del Mondo Arabo), ma per fortuna c’è almeno un piccolo bookshop in cui fare razzia di meravigliosi libri fotografici e di letteratura esotica.
Qualche consiglio? Io ho comprato “Omaggio all’India” libro fotografico di Dariusz Klemens, il Kama Sutra di Vatsyayana (il testo completo del famoso trattato d’amore), Le concubine floreali (ovvero Storie del Consigliere di Mezzo di Tsutsumi), Sotto la foresta di ciliegi in fiore e altri racconti di Sakaguchi Ango, Autostop per l’Himalaya di Vikram Seth e India di Folco Quilici.
Ma siccome non si vive di sola Arte eccovi qualche altra foto di più terrene delizie in giro per la città.
Guido Gobino, cioccolateria artigiana. Via Lagrange 1. Per i teobroma-dipendenti.Mostra fotografica sul Nomadismo. Piazza San Carlo. Una delizia per l’animo di ogni Viaggiatore. Osteria Porta di Po, Piazza Vittorio Veneto. La tradizione culinaria piemontese garbatamente rivisitata. Baratti & Milano, Piazza Castello 29. Il tempio dei golosi.