Ciò che invece mi interessa moltissimo è la nevrosi dell’ informazione italiana che ha innalzato questo personaggio, visibilmente privo di qualsiasi equilibrio, a filtro per capire il mondo islamico. I due maggiori quotidiani italiani, prima Repubblica e poi il Corriere della Sera, ne hanno fatto un personaggio e addirittura un direttore ad personam, lo hanno coperto di stipendi d’oro e soprattutto hanno lasciato che il personaggio raccontasse la favola che non esiste l’Islam moderato, che circa un miliardo di persone è potenzialmente oltre che fanaticamente dedito alla guerra santa. Insomma la favola di un Islam molto simile a Magdi Allam. Forse una simile visione delle cose era funzionale alle guerre di Bush, all’estrema destra israeliana e anche ai veleni della destra nostrana impastata di razzismo bottegaio, di orrore per il presunto meticciato culturale o di leggiadri fancazzismi fasciformi riguardo a una “conquista” musulmana dello stivale. Fatto sta che la definitiva conversione di Allam con la sceneggiata del battesimo, cresima e prima comunione ufficiate da Benedetto XVI nel 2008, coincide con la fine della sua carriera giornalistica e l’inizio di quella politica (è disgraziatamente parlamentare europeo, grazie all’ Udc) che lo vede bazzicare tutti i più ambigui gruppetti della destra nazionalista e razzista.
Evidentemente la fine della sua funzione di interprete dell’Islam presso i salotti buoni e i bar sport delll’ottusitalia è stata anche un sintomo dei cambiamenti che si annunciavano con Obama negli Usa, ma anche della marginalità assunta da questi temi con la crisi economica. Tuttavia questo non ci spiega come mai per parecchi anni un personaggio di questo tipo che avrebbe avuto problemi anche alla Gazzetta di Scaricalasino, è diventato l’onorato, strapagato e ascoltato interprete del mondo arabo e musulmano. Forse – secondo la terribile banalità delle cose – perché conosceva l’arabo e gli editori italiani non ritengono di dover spendere nemmeno un soldo per preparare qualche giovane redattore o collaboratore a studiare la lingua e la cultura di circa 600 milioni di persone o magari di assumerne di già “imparate”, ma prive di padrinaggi di vario tipo. Forse perché faceva comodo qualcuno che in qualche modo giustificasse i vari export di democrazia e import di petrolio. Forse perché faceva tanto chic fare i crociati in villa o fornire un alibi a chi aveva e ha problemi a confrontarsi con la diversità. Forse perché non è tanto importante fare informazione, ma opinione compiacente rispetto alla rete di potere di riferimento.
Dunque non è tanto interessante seguire le erratiche farneticazioni di Magdi Allam, quanto capire come sia accaduto che esse abbiano potuto fare opinione a questo livello. E soprattutto quanto di ciò che ci viene propinato in campo economico e politico non sia frutto di una qualche magdallata, magari assai più nostrana ed espressa in basic english.