Havana Segrand (Julianne Moore) vuole assolutamente partecipare al remake di "Stolen Waters" e avere il ruolo che portò al successo sua madre.
Sua madre, però, era molto più giovane di lei quando girò quel vecchio film in bianco e nero, per Havana non sembrano esserci possibilità.
Perché ci tiene così tanto? Dolce affetto per la madre?
No. Sua madre abusò di lei. Ottenere il suo ruolo è una vendetta, un modo per cancellarla e affermare la sua forza.
A causa dell'abuso subito nell'infanzia, Havana è da una vita in terapia.
Attualmente in cura da un certo Dr. Stafford Weiss (John Cusack), popolare psicologo molto di moda tra le star, ha uno show in tv e pubblica libri.
Il Dr. Weiss, che fa tanto il sapientino dando lezioni di vita agli altri, nasconde degli oscuri segreti:
- Tiene a distanza sua figlia Agatha (Mia Wasikowska) affetta da piromania.
- Non si cura di suo figlio Benjie (Evan Bird), star tredicenne, già dipendente da sostanze stupefacenti e dai peggiori vizi degli adulti.
- Ha scoperto troppo tardi di aver sposato sua sorella.
Insomma, una bella carrellata di mostri, con i loro fantasmi e paranoie personali.
Che significato ha questo ventunesimo film del regista David Cronenberg ideato in collaborazione con l'amico scrittore Bruce Wagner?
Il regista vuole forse dirci che i pochi fortunati divi di Hollywood formano una comunità a se stante, sono sempre i soliti e non resta loro che condividere le stesse idee, gli stessi problemi, gli stessi set e gli stessi amanti? E allora?
Non so, stavolta mi arrendo. Non trovo nulla di rilevante in questo film.