
Tutto è cominciato cinque anni addietro quando Erik Charas, imprenditore locale, ebbe l’idea luminosa di stampare e distribuire un periodico gratuito, che si auto finanziasse con i denari della pubblicità.
E, tra mille scetticismi degli addetti ai lavori ( in Mozambico i “media” sono tutti governativi e controllati dagli uomini del Frelimo), giorno dopo giorno, con la tenacia di chi crede in ciò che fa, il progetto è divenuto una realtà e ha riscosso e continua a riscuotere parecchio successo.
Il bello della”cosa” è difatti che ,ogni venerdì mattina, c’è una fila interminabile di mozambicani dinanzi al portone dell’edificio, in pieno centro di Maputo, in cui viene stampato la “@Verdade”, che in portoghese significa verità.
Senza contare la distribuzione in città, nei differenti quartieri, grazie agli intraprendenti tuk tuks, che sono dei modestissimi mezzi di trasporto, per persone e cose, simili alle Api italiane.
Meglio del pane la gente può, finalmente, in questo modo saziare la propria fame di verità ponendo liberi interrogativi ed esigendo risposte da chi è in grado di darne.
E i problemi irrisolti, specie per la gente comune, quella che stenta a portare a casa una paga dignitosa e allevare e fare studiare i propri figli ,sono moltissimi in questo Paese, uscito da pochi anni da una guerra civile, ma che stenta ancora troppo,e soprattutto, ad imboccare la strada di un’autentica democrazia.
Corruzione è un grosso nervo scoperto, per esempio, sottolinea il direttore responsabile di”@Verdade”, Adérito Caldeira.
E ,ancora, lavoro per tutti, sanità, istruzione, accesso all’acqua e all’elettricità.
L’Unesco, senza dubbio, considera la”@Verdade” un progetto pilota per la libertà di stampa in Africa .
E questo lusinga parecchio i suoi redattori e i suoi collaboratori esterni.
Essi ultimamente hanno dovuto,tra l'altro, anche fare fronte con una certa creatività, che ai mozambicani proprio come ai napoletani non fa mai difetto, ad un’emorragia d’inserzionisti .
Questi erano un po’preoccupati dei contenuti e della linea certamente non filogovernativa del giornale.
E hanno fatto defezione perché non intendevano per nulla mettere a rischio i loro affari.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)