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Maputo (Mozambico) /Fame di "stampa libera" /Il settimanale gratuito

Creato il 22 ottobre 2013 da Marianna06

 

 

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Tutto è cominciato cinque anni addietro quando Erik Charas, imprenditore locale, ebbe l’idea luminosa di stampare e distribuire un periodico gratuito, che si auto finanziasse con i denari della pubblicità.

E, tra mille scetticismi degli addetti ai lavori ( in Mozambico i “media” sono tutti governativi e controllati dagli uomini del Frelimo),  giorno dopo giorno, con la tenacia di chi crede in ciò che fa, il progetto è divenuto una realtà e ha riscosso e continua a riscuotere  parecchio successo.

Il bello della”cosa” è difatti che ,ogni venerdì mattina, c’è una fila interminabile di mozambicani dinanzi al portone dell’edificio, in pieno centro di Maputo, in cui viene stampato la “@Verdade”, che in portoghese significa verità.

Senza contare la distribuzione in città, nei differenti quartieri, grazie agli intraprendenti tuk tuks, che sono dei modestissimi mezzi di trasporto, per persone e cose, simili alle Api italiane.

Meglio del pane la gente può, finalmente, in questo modo saziare la propria fame di verità ponendo liberi interrogativi ed esigendo risposte da chi è  in grado di darne.

E i  problemi irrisolti, specie per la gente comune, quella che stenta a portare a casa una paga dignitosa e allevare e fare studiare i propri figli ,sono moltissimi in questo Paese, uscito da pochi anni da una guerra civile, ma che stenta ancora troppo,e soprattutto, ad imboccare la strada di un’autentica democrazia.

Corruzione è un grosso nervo scoperto, per esempio, sottolinea il direttore responsabile di”@Verdade”, Adérito Caldeira.

E ,ancora, lavoro per tutti, sanità, istruzione, accesso all’acqua e all’elettricità.

L’Unesco, senza dubbio, considera la”@Verdade” un progetto pilota per la libertà di stampa in Africa .

E questo lusinga parecchio i suoi redattori e i suoi collaboratori esterni. 

Essi ultimamente hanno dovuto,tra l'altro, anche fare fronte con una certa creatività, che ai mozambicani  proprio come ai napoletani non fa mai difetto, ad un’emorragia d’inserzionisti .

Questi erano un po’preoccupati dei contenuti e della linea certamente  non filogovernativa del giornale.

E hanno fatto defezione perché non intendevano per nulla  mettere a rischio i loro affari.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


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