“Le grandi menti hanno sempre avuto la violenta opposizione delle menti mediocri”. Il riferimento è a Silvio, declinato al genio puro. Scomodato pure Albert Einstein, ormai ai pidiel-forzaitalioti resta il Padreterno in persona, perché il di lui figlio è già stato messo in mezzo. Non ci sono più aggettivi per definire in parole comprensibili ai normodotati, lo stato in cui è arrivato l'Impero silviesco. E così, com'è sempre accaduto alla fine delle grandi potenze da che storia è storia, a Silvio sono rimaste le frattaglie, resti di un popolo imbelle incapace di sviluppare un'idea, figuriamoci un'azione degna di questo nome. Impreziosito di “perle” frutto di una ignoranza abissale, l'impero di Silvio volge al termine come nessuno si sarebbe mai aspettato, a parte qualcuno, a parte noi che in epoca non sospetta abbiamo perfino teorizzato la pericolosità dell'essenza dei “colpi di coda” di un animale ferito e morente. Ormai preda del ridicolo universale che una gestione dissennata del potere contraddistingue oggi la presenza italiana nel mondo, a offesa si aggiunge offesa, a bestialità si aggiungono bestialità, alla farsa si è sostituita la tragedia. Le parole di ieri, pronunciate da Mara Carfagna in piena sindrome citazionista, sono la dimostrazione che il QI dei pidiellini è sempre stato pari a 15 (Brunetta non pervenuto), e che per un periodo che sembra un secolo, siamo stati governati da personaggi che, al pari di Goebbels, sentita pronunciare la parola cultura, mettevano mano alla pistola. Ignoranti come capre tibetane in crisi iposodica, dissipatori di beni e patrimoni pubblici, leccaculo oltre ogni umana ignominia, i pidiellini rappresentano una vergogna nazionale alla quale mettere riparo con un sano, e ormai non più differibile esilio alle Maldive. Ai new-forzaitalioti non vogliamo male, ci piacerebbe solo che stazionassero nell'habitat che maggiormente gli si confà, a nutrirsi di cocktail di gamberetti e aragoste al vapore con tanta maionese. Bondi e Bonaiuti in pareo farebbero una figura della madonna, mentre Brunetta potrebbe sempre dilettarsi a raccogliere le noci di cocco prima che qualcuna gli cada in testa facendolo definitivamente scomparire dalla scena pubblica. Neppure Ghedini starebbe male sotto la palma a bere mojito tutto il giorno con una foglia di cannabis al posto di quella di menta. Ai pidiellini non vogliamo male, anzi, per accelerare la loro dipartita gli si potrebbe mettere a disposizione il tunnel che collega L'Aquilacon il Cern di Ginevra. A parte qualche neutrino in vena di scherzi che ogni tanto ci viaggia al quadruplo della velocità della luce, di solito non ci passa mai nessuno. L'ultima perla è d'O schiattamuort: “Sarò diversamente berlusconiano”. Diversamente e basta, mai.
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Mara Carfagna cita Einstein per dire a Silvio che ha una grande mente. C'è nell'aria un virus strano, questo non è più un paese normale
Creato il 30 settembre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
“Le grandi menti hanno sempre avuto la violenta opposizione delle menti mediocri”. Il riferimento è a Silvio, declinato al genio puro. Scomodato pure Albert Einstein, ormai ai pidiel-forzaitalioti resta il Padreterno in persona, perché il di lui figlio è già stato messo in mezzo. Non ci sono più aggettivi per definire in parole comprensibili ai normodotati, lo stato in cui è arrivato l'Impero silviesco. E così, com'è sempre accaduto alla fine delle grandi potenze da che storia è storia, a Silvio sono rimaste le frattaglie, resti di un popolo imbelle incapace di sviluppare un'idea, figuriamoci un'azione degna di questo nome. Impreziosito di “perle” frutto di una ignoranza abissale, l'impero di Silvio volge al termine come nessuno si sarebbe mai aspettato, a parte qualcuno, a parte noi che in epoca non sospetta abbiamo perfino teorizzato la pericolosità dell'essenza dei “colpi di coda” di un animale ferito e morente. Ormai preda del ridicolo universale che una gestione dissennata del potere contraddistingue oggi la presenza italiana nel mondo, a offesa si aggiunge offesa, a bestialità si aggiungono bestialità, alla farsa si è sostituita la tragedia. Le parole di ieri, pronunciate da Mara Carfagna in piena sindrome citazionista, sono la dimostrazione che il QI dei pidiellini è sempre stato pari a 15 (Brunetta non pervenuto), e che per un periodo che sembra un secolo, siamo stati governati da personaggi che, al pari di Goebbels, sentita pronunciare la parola cultura, mettevano mano alla pistola. Ignoranti come capre tibetane in crisi iposodica, dissipatori di beni e patrimoni pubblici, leccaculo oltre ogni umana ignominia, i pidiellini rappresentano una vergogna nazionale alla quale mettere riparo con un sano, e ormai non più differibile esilio alle Maldive. Ai new-forzaitalioti non vogliamo male, ci piacerebbe solo che stazionassero nell'habitat che maggiormente gli si confà, a nutrirsi di cocktail di gamberetti e aragoste al vapore con tanta maionese. Bondi e Bonaiuti in pareo farebbero una figura della madonna, mentre Brunetta potrebbe sempre dilettarsi a raccogliere le noci di cocco prima che qualcuna gli cada in testa facendolo definitivamente scomparire dalla scena pubblica. Neppure Ghedini starebbe male sotto la palma a bere mojito tutto il giorno con una foglia di cannabis al posto di quella di menta. Ai pidiellini non vogliamo male, anzi, per accelerare la loro dipartita gli si potrebbe mettere a disposizione il tunnel che collega L'Aquilacon il Cern di Ginevra. A parte qualche neutrino in vena di scherzi che ogni tanto ci viaggia al quadruplo della velocità della luce, di solito non ci passa mai nessuno. L'ultima perla è d'O schiattamuort: “Sarò diversamente berlusconiano”. Diversamente e basta, mai.
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