Magazine Editoria e Stampa

Mara Moretti racconta la sua esperienza da Self

Creato il 21 marzo 2016 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino
Mara Moretti racconta la sua esperienza da Self

L'esperienza di Mara riflette per certi versi quella di tanti altri autori che spesso si trovano a dover prendere la decisione di affidarsi ai cosiddetti "piccoli editori locali", e che purtroppo nella maggior parte dei casi, editori non sono. Trattasi di tipografi che si improvvisano tali per speculare sulla stampa delle copie richieste dai malcapitati. Ci teniamo a precisare che non sempre funziona così, per carità. Con questa affermazione non vogliamo fare di un'erba un fascio. Ci stiamo basando semplicemente su testimonianze reali di cui ormai non si fa di certo mistero. Le lamentele dilagano, sono reperibili ovunque, soprattutto sul Web. Basta avere voglia di informarsi con cognizione di causa. Vorremmo rispondere, per quanto possibile, alla domanda che si è posta sul finale la nostra autrice: "Chi ha peccato di ingenuità?" Certo gli autori saranno anche ingenui, diamo a questi Signori il beneficio di inventario. Ma è altrettanto veritiero e consolidato che esistano delle figure non proprio limpide e oneste nel modo di agire che approfittano di qualche debolezza caratteriale di troppo e di informazioni deficitarie rispetto all'argomento editoria. Quindi verrebbe da dire: siate più chiari e corretti, non vale la pena rovinare la propria reputazione per amore del Dio Denaro. O se al contrario pensate che il gioco (sporco) valga la candela, allora qualche boomerang che avete lanciato, prima o poi dovete aspettarvelo, tornerà indietro.

Mara Moretti racconta la sua esperienza da Self

Chi ha peccato di ingenuità? Mara Moretti racconta la sua esperienza di autopubblicazione

Nell'arco di un periodo particolare, avevo tenuto delle memorie scritte che poi avevo riordinato con cura sentendo il bisogno, l'impellente urgenza di trasformarle in un libro. Un piccolo libro che per me rappresentava la guarigione. Avere in mano quel mio libretto, che poi è risultato prezioso anche per altri, mi ha fatto stare bene.
Avevo valutato alcune possibilità, ma poi ho deciso di appoggiarmi a un editore locale di lunga esperienza, che nel proprio catalogo aveva anche la sezione memorie. Mi sono state fornite diverse informazioni, soprattutto inerenti ai contatti (quotidiani, librerie, etc... ) per promuovere il libro. Ovviamente ero partita disposta e ben consapevole che avrei sostenuto io stessa i costi di stampa, circa uguali a quelli degli editori online. Parlo volutamente di costi di stampa poiché in realtà è l'unico servizio che mi è stato fornito, oltre al codice ISBN. In ogni caso ho preferito optare per un contatto diretto con le persone.

Posso dire di essere stata felice quando ho avuto fra le mani il prodotto finale. Ma qualche delusione c'è stata. L'editore/stampatore non ha fatto alcuna azione di promozione mentre invece mi ha cortesemente chiesto di trattenere 10 copie (su 100) da destinare ad alcuni archivi pubblici di cui mi ha fornito l'elenco. Non ho potuto verificare se è stato fatto. Ma so per certo che ha venduto un paio di quelle copie trattenendone il ricavo. Poca cosa si dirà. Ma non mi sembra corretto. Casualmente poi ho appreso che il mio libro (grazie anche al codice ISBN?) era entrato in diversi stores on line. Ovviamente non sono in grado di sapere se qualcosa è stato venduto; certamente non ne ho avuta notizia dall'editore. Quando l'ho contattato per capire meglio come funzionava mi ha risposto che non ne sapeva niente, anzi riteneva che fosse una scorrettezza da parte degli stores.
Dal momento che la stampa digitale consente di produrre poche copie per volta, un editore può mettere a magazzino un po' di libri per soddisfare anche solo qualche sporadico ordine e l'autore non ne sa niente.
Per concludere mi chiedo: chi ha peccato di ingenuità? Come si può proteggere un autore?

Cordiali saluti, Mara Moretti


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog