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Mara Vergine Immacolata

Creato il 25 novembre 2010 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

di Iannozzi Giuseppe

a Mara, biondo angelo
che ben sa quanto son matto!

Tu sei proprio scomparsa!
Ieri ho chiesto persino a San Pietro e quello, stonato come una campana – ma è colpa dell’età, anche se ad esser onesti con la testa a posto non c’è mai stato del tutto! – ha scosso il capo: “Mara?! No, mai vista.”
Ed io: “Per fortuna… Mi pare un po’ presto per il Paradiso.”
San Pietro s’è fatto di pietra, ha poi sbadigliato e non ha disdegnato di grattarsi dabbasso proprio come una scimmia: ““Gliel’ho detto al Principale, ma quello non mi sta a sentire… E’ sempre dannatamente preoccupato che il Serpente possa aggirarsi intorno all’Albero della Saggezza. Non fosse per le sue ubbie me ne starei pacifico pacifico a non fare un cazzo, ed invece mi tocca di stare qui co’ ‘sto mazzo di chiavi che pesano più dell’Inferno intero, giuro su Dio!”
“Sì, d’accordo, ma non è che mi interessi granché il tuo parlare bizantino. Ti ho chiesto di Mara io.”
“Mara la Vergine Immacolata Madre di Gesù?”
A ‘sto punto vedo rosso dal furore: “No, testone. Quella era Maria.”

“Maria?! Non la conosco.”
Cerco di calmarmi.
“Ricominciamo daccapo”, gli dico alla fine con voce flautato da far invidia a Farinelli.
“Eccheccazzo! Di nuovo, Giuda ladro. Io non ne posso più. Basta! Basta! Basta! Di nuovo con Adamo ed Eva, l’Arca di Noè, eccetera eccetera… Siete tutti ‘na manica de pazzi, tutti. ‘Sta storia dell’Eterno Ritorno mi fa diventare matto ogni santa volta.”
“Ma che hai capito?”
“Ho capito, tu non ti preoccupare”. S’arresta impietrito. E però mi squadra dalla testa ai piedi: “Tu sei il Serpente immondo, il Bastardo…”
“Che Diavolo dici?!”
“A me non la dai a bere. Puoi cambiar pelle quante volte vuoi, ma io ti riconoscerò sempre Serpente immondo…”. E così dicendo facendo mulinare le Chiavi del Paradiso prende a inseguirmi da qui all’Eternità più che mai deciso a spezzarmi la schiena.

Non so neanche io come sono riuscito a non farmi accoppare da quel pazzo. Ricordo solo d’essermi svegliato tutto nudo in un vicolo tra cassonetti dell’immondizia stracolmi e ratti grossi come porcelli. Non ci ho messo molto a capire… per chissà quale maledizione ero stato sbattuto nel cuore di Napoli.

Mara, cara Mara, tutto questo è successo per causa tua. Mi devi pur qualcosa per tutto ‘sto patimento, o no?


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