Fonte: www.espresso.repubblica.it
Lo scontro con Equitalia proprio adesso. E c’è pure uno sponsor pronto a sostenerla. Che succede, Maradona torna in Italia?
“Io amo l’Italia e desidero con tutto il mio cuore tornare in Italia, anche per aiutare i bambini più bisognosi a giocare al calcio vero”.
E un progetto più agonistico, invece: la panchina del Napoli?
“E’ un bellissimo sogno. E il tempo risponderà”.
Cosa le manca più di Napoli?
“I napoletani, l’energia dei tifosi, il sole e l’amore della gente a cui io ho dato tanto naturalmente”.
“Nel mio cuore c’è l’azzurro del Napoli. E il Napoli vinceva e, ancora oggi, batte la Juve. E poi i tifosi napoletani sono una forza della natura”.
Per riuscirci deve superare uno scoglio non facile: il fisco contesta una vecchia evasione. Lei dice che non c’è. Come andò?
“Semplice. Io ero solo un dipendente di Ferlaino e della società sportiva Calcio Napoli: se il mio presidente, come dice anche la giustizia italiana, ha sempre pagato bene le tasse per i giocatori e non ha mai imbrogliato, come potrei averlo fatto io da solo che all’epoca avevo appena 25 anni? Questo dicono tutte le sentenze. Ora che ho potuto dire anche alle mie figlie e miei familiari la verità e gridare la mia innocenza sono contento, vorrei dare un calcio a questa storiaccia”.
Torniamo allo sponsor: offre 3,5 milioni per chiudere la vicenda. Perché se è innocente?
“Io non chiedo sconti, né privilegi. Ho cercato la pace sociale, ma inutilmente: è come parlare con un robot. Il capo del fisco non mi vuole incontrare, ovvio che non abbia il coraggio di guardarmi negli occhi. Lui sa che non esiste nessuna violazione. Si persevera solo perché mi chiamo Maradona, se mi chiamavo Esposito era diverso. C’erano degli sponsor, sì, che volevano chiudere in bellezza questa operazione, ma mi hanno riferito che il fisco – dimostrandosi ancora cieco e sordo – non si è presentato alle trattative. Non vuole ascoltare i contribuenti, a differenza di quello che dichiara il dottor Befera”.
Careca e Alemao fecero ricorso e risolsero tutto. Perché lei non fece come loro?
“Io non ero più a Napoli e ho saputo di questa vicenda solo anni dopo. E cioè dopo che mi hanno strappato orologi e orecchino all’aeroporto, solo per umiliarmi davanti al mondo. Ho cercato di difendermi, ma mi dicevano che non c’era modo perché si trattava di tasse vecchie. Purtroppo la giustizia in Italia non funziona e le conseguenze si vedono: sono innocente non solo perché non ci fu la notifica, ma perché il tribunale ha dichiarato nulle le pretese del fisco riferite a quel 1989″.
Crede ce l’abbiano con lei?
“Mi perseguitano ancora, anche dopo aver chiarito tutto. Qualcuno del fisco, che già aveva partecipato alle cause perse contro di me, pur sapendo bene che non era mai esistita nessuna violazione fiscale e che ero estraneo a tutto, mi ha fatto passare agli occhi del mondo, che invece non conosceva le vere carte, per evasore. E mi ha calunniato, forse solo perché ero un po’ napoletano e davo fastidio non essendo gestibile. Poi per mia fortuna, e perché Dio mi segue sempre, è arrivato il mio avvocato, Angelo Pisani, un ragazzo napoletano come tutti quelli che mi vogliono bene, che ha avuto il coraggio di smascherare questa cattiveria e di mettersi contro il sistema anche in tv: ora tutti possono leggere le sentenze, anche su Internet, che mi hanno sempre dato ragione”.