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Mi sarebbe piaciuto andare controcorrente, ma "Maraviglioso Boccaccio" è davvero un'opera indifendible. Derive trash che identificano il film col peggior prodottino televisivo allargato per il grande schermo, banalizzazioni lancinanti dell'universo boccaccesco, occasioni mancate e attimi di profondo, devastante imbarazzo.
Attraverso un testo del genere, che ben si apre a metafore sul presente e a riflessioni narratologiche di ogni tipo, ci si sarebbe aspettati che i Taviani potessero sfruttare l'occasione per fare il punto sul cinema nostrano. Anche il cast all stars, che aveva infastidito molti fin dal trailer, poteva aderire a una dimensione autoriflessiva sullo stato del cinema, dello spettacolo, della cultura allargata all'interno del nostro piccolo, piccolissimo paese.
Eppure assistiamo a un film che, inquadratura dopo inquadratura, svela un piattume desolante, una messa in scena sciatta e pigrissima, che, con sdegnosa ostentazione, abusa di effettacci postprodotti come se fossimo nel peggior fantasy low budget: uccelli meccanici che volano in cieli aggiunti, discontinuità visive di ogni tipo, errori a gogò, inquadrature che respingono l'occhio stesso dello spettatore. Tutto sa di finto, posticcio e postprodotto. Per non parlare di un uso della musica così altisonante da generare interi minuti di umorismo involontario.
Non c'è un'istante di autenticità nell'ultimo film dei Taviani, ma solo un passaggio in rassegna (che suona come una dolorosa conferma) di tutte le scialberie dell'ennesima fiction in stile Rai1. La colpa non è nemmeno degli attori (anche se vedere le faccette della Cortellesi in un film ispirato a Boccaccio è qualcosa che non avrei immaginato neppure nei miei peggiori incubi), ma di una regia che non sa assolutamente dove andare (o forse, non gliene frega proprio nulla). Imbarazzante e squallido, oltre che inspiegabile: non c'è un'istante, uno solo, di cinema in "Maraviglioso Boccaccio".
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