Rieccoci di nuovo a parlare della Marca Trevigiana! Se avete letto il racconto della prima giornata di questo affascinante blogtour, non potete perdervi il seguito... E allora, siete pronti per rivivere con me l'esperienza unica di una giornata trascorsa in malga?
Sabato 12 settembre ci svegliamo presto, anzi prestissimo: sono le 4,30 e la sveglia suona pimpante, anche troppo per i miei gusti. Ma è questione di pochi minuti prima di realizzare che la giornata che ci attende vale davvero la pena di essere vissuta! E allora via, pronte per partire, direzione Malga Molvine Binot, uno splendido agriturismo a conduzione familiare immerso nella natura!
Arriviamo a ben 1150 m di altezza, giusto in tempo per assistere al sorgere del sole. L'aria è ancora offuscata, il sole fa capolino timidamente e fa piuttosto freschino... Ed io che volevo portare solamente il giubbottino di pelle! 😛
Al nostro arrivo, l'accoglienza è quanto di più splendido si possa immaginare... Un immenso tavolo di legno imbandito con una colazione superba a base di miele con fuso, torta al cioccolato, latte d'alpeggio, formaggi freschissimi, burro, ricotta, pane e marmellate, tutto rigorosamente fatto in casa... Anzi, in malga!
Rifocillarsi aiuta, e riusciamo a metterci in moto con lo spirito giusto: quante cose da vedere! Seguiamo la malgara Serena, intenta a lavorare il latte per poi procedere alla rottura del caglio per preparare un autentico e freschissimo formaggio! Documentiamo tutto con estrema cura, affascinate da tanta meraviglia...
Le cose da vedere sono tantissime. Mi affaccio nella stanza accanto ed un profumo ancora più intenso mi cattura: formaggi a base di latte d'alpeggio in fase di stagionatura! Assaporo un gusto unico e faccio il pieno di un profumo che probabilmente non risentirò molto presto...
Nella stanza ancora a fianco invece, un estremo calore mi avvolge: le ricottine fresche sono in fase di affumicatura, il fuoco nel camino scoppietta lento e dona ai formaggi sapientemente posizionati in alto una doratura ed un gusto vero e particolare. Posso restare qui?! 😀
Ma ecco che è arrivato il momento della mungitura: le mucche non aspettano, devono essere munte, per poi andare a pascolare. Ci avviciniamo alla stalla incuriosite, il pastore le munge una ad una con una naturalezza estrema, mentre noi osserviamo estasiate... Quel latte è lo stesso che la malgara Serena ha appena trasformato in formaggio!
Tra una foto e l'altra siamo già a metà mattina. Le mucche sono pronte per il pascolo e lentamente partono una alla volta, salendo con calma verso la montagna, incitate dalle due splendide cagnoline, la giovanissima e pimpante Furia e la docilissima e dolce Lola.
Con pazienza ci avviamo anche noi a "pascolare": l'aria fresca e profumata apre i polmoni e tempra lo spirito! E' tempo di raccogliere le erbe spontanee assieme al Professor Silvano Rodato, docente al "Maffioli" di Castelfranco Veneto ed esperto di botanica: passiamo quindi dal bianco al verde, impazienti di passeggiare in quota scoprendo quelle erbe e quelle piante che abbiamo sotto il naso ogni giorno ma che abbiamo perso l'abitudine di utilizzare!
Seguiamo attente il Professore armate di quaderni, penne e tanto occhio. Ci mettiamo a quattro zampe, con le mucche che ci guardano incuriosite e Lola e Furia che scorrazzano felici, cercando nel prato erbe apparentemente inutili che invece si rivelano speciali: la Piantaggine, ottima per il fegato; l'Achillea, dalle proprietà cicatrizzanti e depurative; l'Ortica di montagna, utilizzata in cucina ma anche come pianta medicinale; la Scabiosa, ricca di ferro; il Romice, che favorisce il deflusso della bile; l'Alchemilla, ottima pianta medicinale; il Timo Serpillo, aromaticissimo ed utile per preparare il terreno all'erborizzazione; la Camomilla Euphrasia, il miglior collirio naturale che esista; l'Iperico, il cui oleolito ha proprietà lenitive ed antinfiammatorie; il Cumino, che noi tutti conosciamo; il Gallium Verum, utilizzato per cagliare il formaggio, la Fragola di bosco ed altre erbe spontanee non commestibili ma dai cui estratti si ricavano sostanze funzionali... Una vera lezione sul campo, di cui portiamo a casa un ricordo tangibile chiuso nelle nostre agendine 😉
Dopo la camminata ci rilassiamo sul prato, stese sulle coperte: qualcuna di noi dormicchia, altre chiacchierano, altre ancora gironzolano fotografando le mucche che pascolano beate e la montagna che si erge attorno a noi, densa di profumi e finalmente scaldata dal sole.
L'ora di pranzo si avvicina, dunque è tempo di tornare giù alla malga. Prima di metterci a tavola, facciamo in tempo ad osservare la malgara Serena che si sta occupando della produzione del burro, quello vero, dalla centrifuga al panetto, di una freschezza unica... Che spettacolo vedere la passione e l'amore che queste persone mettono quotidianamente in ciò che fanno, a contatto diretto con la natura, alzandosi all'alba ogni mattina!
Il pranzo è pronto e la grande tavola di legno, imbandita come fosse Natale, ci accoglie tutti con un calore umano. Là sopra formaggio fresco con polenta, soppressata, pancetta, zucchine marinate e pane fresco aspettano di essere gustati... E per finire un dolcetto fatto in casa. Il tutto innaffiato con vini rossi e bianchi della zona, che rinfrescano corpo e mente, mentre lo stomaco si riempie di estreme bontà!
Arriva il momento del caffè, che segna la fine di questa nostra esperienza. E' tempo di saluti, perché altre fantastiche visite ci aspettano. Riusciamo a chiudere nei nostri zainetti il profumo della malga portando con noi formaggio stagionato e ricottine affumicate, mentre nel cuore ci restano gli splendidi paesaggi in cui abbiamo passeggiato e la favolosa esperienza a contatto diretto con la natura che abbiamo avuto la fortuna di vivere, rigorosamente in "bianco"...
Ebbene sì, lo confesso, il mio è stato un contatto molto diretto! Le mie mani sono piaciute particolarmente ad una delle mucche al pascolo, un po' meno invece a quella che ho tentato di mungere! I maialini mi hanno accolta con estrema curiosità nella loro stanza, anche se solo per un attimo... E ho persino preparato il formaggio, affondando le braccia nel latte raccogliendo il caglio e pressandolo nella forma... Chissà chi si mangerà quel freschissimo formaggio di malga "fatto" da me 😉
Restate sintonizzati: devo ancora raccontarvi come si è conclusa la seconda giornata e come abbiamo trascorso l'ultimo giorno di questo intenso blogtour nei territori della Marca Trevigiana!
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