La patrimoniale che si vorrebbe inserire , ricorda il presidente di Confindustria, va contro i principi della Confederazione, ma si rende necessaria in un momento difficile come quello attuale. Si tratta di una patrimoniale da applicare da 1,5 milioni di euro in su e sarebbe di tipo ordinario. La sua finalità non è indirizzata a sostenere la spesa pubblica ma al fine di ridurre le tasse.
“Siamo in momento difficilissimo in cui tutti saremo chiamati a fare sacrifici. Gli italiani devono essere sicuri che il sacrificio sia distribuito in modo equo. Siamo contro in via di principio ad una patrimoniale ma in un momento come questo può essere un modo utile per uscire dall’impasse” – sono le parole della Marcegaglia.
In merito al caso Fiat che da poco si è ritirata da Confindustria la Marcegaglia sembra avere un’idea chiara. Il Sole 24 Ore ha intitolato alcuni giorni fa “Fiat non esce da Confindustria ma dall’Italia“. La leader pensa invece che Fiat manterrà finanziamenti in Italia ma ritiene necessario un accordo con tutti, sindacati e parti coinvolte. La direzione da intraprendere non è quella della scissione ma quella della riunificazione forte.
“Come Confindustria rappresentiamo le industrie anche portate a fratture, ma per fare innovazione e continuare a produrre in Italia serve una convergenza” – afferma la Marcegaglia ricordando che finora sono usciti solo “tre casi” per scontri interni all’azienda stessa o per scelte politiche. Ciò allontana la previsione catastrofica di alcuni che davano la Confederazione per morta, a seguito di un trend di abbandoni sostenuto nel futuro.
Siamo vicini alle fasi elettoriali (fine mandato per la Marcegaglia) quindi si cerca di fare di tutto per gettare cattiva luce sull’operato svolto finora. Sono strumentalizzazioni, da evitare per non cadere nella trappola della cattiva informazione. Confindustria rappresenta le aziende e piccole aziende in particolare costituiscono l’83% dei sostenitori. Si tratta di realtà con meno di 50 dipendenti che pagano da 2000 a 4000 euro all’anno a Confindustria per farsi rappresentare e per avere i benefici che spettano dall’adesione all’associazione. Queste devono continuare ad essere tutelate evitando scontri inutili. Alla domanda di Fazio sulle probabilità che Alberto Bombassei diventi il prossimi presidente la Marcegaglia sceglie di non svelare nulla rispettando la tradizione.
Cosa pensa Confindustria in tema di sviluppo e crescita? Capitalismo e mercato devono essere controllate per fare libero mercato. A livello internazionale i passi fatti per andare contro la crisi sono minimi. I disastri finanziari vanno pagati seriamente senza che questo onere venga pagato da lavoratori e famiglie. O il governo agisce concretamente o deve andare a casa. La situazione è grave ma recuperabile, lavorare per trovare soluzione e tirar fuori il Paese dalla crisi dovrebbe essere il mantra per il governo. Le proposte di Confindustria sono serie: riforma delle pensioni (17 miliardi di euro per persone fino a 58 anni, mentre all’estero ciò non accade poichè l’età pensionabile è maggiore), Riforma fiscale, Privatizzazioni e Infrastrutture (invece il governo parla di ulteriori tagli). Dare una svolta al Paese, ridare fiducia alla gente, ai giovani, non aver paura e non pensare alle coalizioni, ma al bene del paese: è questo che la Marcegaglia direbbe se avesse dinnanzi Berlusconi. Il governo deve assumersi le responsabilità nei confronti dei cittadini qualora non venissero intraprese reali manovre.
Il decreto sviluppo è una chance che il Governo deve cercare di giocarsi bene, senza leggi una tantum e condoni, ma prevedendo riforme strutturali. Questa è l’”ultima” chance per il governo.
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