Bisogna accelerare sul nucleare perché “il nostro è un Paese che non può più permettersi bizantinismi e ritardi”. Ad affermarlo è il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, nell’ambito del “Supply Chain Day”, organizzato ieri a Roma da Confindustria ed Enel. Sulla stessa linea anche il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, che annunciato il completamento dell’Agenzia per la sicurezza nucleare e l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, che ha auspicato che questi passi “siano fatti nel più breve tempo possibile” per “recuperare il danno subito dal nostro Paese”.
Con la conferma del Governo, il ritorno all’atomo è ormai una realtà, fortemente sostenuta dal mondo imprenditoriale per una serie di ragioni. Innanzitutto perché, come ha spiegato la Marcegaglia, “l’Italia è l’unica nazione nell’ambito del G8 senza reattori operativi sul proprio territorio. Un recentissimo studio dell’Osservatorio sui costi del non fare ha quantificato in 45 miliardi di euro il costo dell’abbandono di questa tecnologia tra il 1987 e il 2009”.
Per colmare questo ritardo molte aziende hanno già manifestato il proprio interesse verso il nucleare: “Oggi – ha continuato la Marcegaglia – possiamo dire che le imprese italiane ci sono, sono pronte. Ora il testimone passa a loro, alle aziende, agli investitori e alla politica. È il momento di tornare a parlare di politica industriale, di investimenti, di scelte di lungo termine, in una parola del futuro del Paese”. Al momento si parla di un indotto industriale di oltre 550 aziende di diverse regioni italiane, dalla Lombardia alla Campania, fino all’Abruzzo.
Si spera, quindi, che l’Agenzia si insedi al più presto, per poter finalmente sfruttare questa grande opportunità di sviluppo per tutto il Paese.
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