Ho letto Luce perfetta di Marcello Fois (edito da Einaudi) che è l'ultimo capitolo di una trilogia, un'epopea cominciata con Stirpe (Einaudi, 2009) e proseguita con Nel tempo di mezzo (Einaudi, 2012). A saperlo... Il problema è che ho letto la fine di una trilogia, senza avere idea che esistessero gli altri due libri. La mia ignoranza è però giustificata perché al gruppo di lettura che frequento hanno proposto questo volume, io non avevo idea di cosa stessimo parlando e, per il principio che leggo anche le etichette dello shampoo mentre lo uso (non si sa mai), sono stata favorevole a cimentarmi con questo testo.
Se magari quelli dell'Einaudi, quelli che hanno scritto la sovracopertina, si fossero un attimo messi nei panni di un lettore sprovveduto e avessero specificato che l'opera in questione chiudeva la trilogia al posto di un semplice "dopo Stirpe e Nel tempo di mezzo ", che se l'italiano non mi inganna può voler dire tante cose, mi sarei resa conto che la storia era già iniziata da qualche altra parte. Anche perché si tratta di una vera e propria saga familiare, quella della schiatta dei Chironi, e, a saperlo, mi sarei fatta un giudizio migliore visto che, appena finito il romanzo, l'ho liquidato con un "mi ricorda vagamente il genere "letteratura sudamericana" da Allende a Márquez, con i racconti familiari, le stirpi, le leggende" e non è che non abbia indovinato.
Luce perfetta è ambientato in Sardegna negli anni Settanta, durante gli anni di piombo, gli anni del terrorismo e dei rapimenti. Fois ci racconta, attraverso una serie di flashback - ma soprattutto di sogni -, la storia di Cristian, Domenico e Maddalena.
Cristian e Domenico sono gli amici di sempre, cresciuti insieme arrivano all'età quasi-adulta nutrendo la passione per la stessa ragazza, Maddalena. Maddalena vive un amore clandestino con Cristian prima di sposarsi con Domenico, poi Cristian sparisce in eventi loschi e poco chiari, e Maddalena è incinta. Seguiamo così la crescita dei personaggi rimasti, il loro matrimonio, il figlio, il lavoro, la speculazione edilizia in Sardegna, i fallimenti e i colpi di scena. È una storia fitta di intrighi e di passioni quella che ci viene raccontata, l'unico difetto è che risulta essere un po' banale e a tratti scontata. La prima metà del libro si legge un po' "automaticamente", fino a quando la cattiveria umana appare finalmente in tutte le sue sfaccettature: verrebbe da pensare che abituati come siamo alla violenza e ai sotterfugi, non possiamo non godere delle disgrazie altrui. La psicologia dei personaggi, non spoilerando la trama, risulta essere un po' debole e raffazzonata, vivono dei traumi intensi ma in maniera un po' annacquata, le motivazioni sono quasi inafferrabili seppur a portata di mano.
Fortunatamente, al di là della trama vagamente banale, la prosa di Fois è raffinata, ricca di metafore e similitudini che donano fascino ad ogni descrizione. I colori, la luce, i profumi e gli odori della Sardegna sono ricreati con tale intensità da sembrare quasi irreali per la loro bellezza, avvolgendo la narrazione di un'opacità da nostalgia dei tempi lontani.
Ammetto che se dovessi consigliarlo lo farei solo per la bellezza della prosa, ma bisogna riconoscere che non avendo letto gli altri due libri il mio giudizio resta parziale. Comunque la lettura resta assolutamente comprensibile anche senza i precedenti romanzi, diventa solo una mini-saga... ma porca miseria, a saperlo!