Marina Betto racconta la sua esperienza con i Marchesi di Barolo, azienda storica italiana, che si è presentata al Gusto di Roma, locale poliedrico: wine bar, ristorante, emporio, libreria.
Il primo assaggio di Langa, di Nebbiolo, di Barolo dovrebbe essere fatto con un vino della Marchesi di Barolo, storica casa vitivinicola, fondata nel 1861, contemporaneamente all’Unità d’Italia, e che con essa ha molti legami, essendo stata la Marchesi di Barolo fornitrice ufficiale del Re d’Italia.Il fascino di una storia risiede sempre nelle parole di chi la racconta; quella di Marchesi di Barolo è una storia nobile che affonda le sue radici nel sangue della rivoluzione francese. La contessa Juliette Colbert di Maulevrier, era parente di Colbert ministro delle finanze francesi alla corte di Luigi XIV di Francia;scampò alla ghigliottina perché in Olanda a studiare in collegio, mentre tutto il resto della famiglia scompariva cancellata dal sangue rivoluzionario. Unica superstite di una dinastia ricchissima, ereditò una vera fortuna; i Colbert possedevano terreni a Reims, e alla corte di Francia veniva servito il vino della famiglia. Fu Camillo Benso di Cavour, il nostro primo ministro, che fece conoscere Giulia Colbert al conte piemontese Falletti di Barolo; da questa unione avrà vita il Barolo che noi ancora oggi beviamo, perché fu Giulia a far venire dalla Francia l’enologo di corte, che fece fare il ripristino dei vigneti, e introdusse l’uso del legno;addirittura cinque botti di allora sono state riutilizzate nel 2001. La prima bottiglia di barolo risale al 1859, Giulia Colbert muore nel 1864,e dal 1900 sarà la famiglia Abbona ad acquistare l’azienda e dal 2006 è Anna Abbona ad occuparsi di tutto. La Marchesi di Barolo è un’azienda in cui i numeri parlano da soli:170 ettari di vigneto e 1.500.000 le bottiglie prodotte con trenta etichette.
Inizio la degustazione dal Gavi di Gavi, uva Cortese 100% si presenta giallo paglierino limpido, fruttato di mela renetta e floreale,pulito in bocca con un’acidità equilibrata dalla sapidità, è un vino semplice che si può conservare anche per alcuni anni.
Passo subito ai crus storici con il Dolcetto d’Alba Boschetti 2010 ( 13% vol);le uve provengono dalla collina Boschetti ,nel comune di Barolo, collina vecchia esposta a sud ovest dal terreno limoso, dove la pioggia entra facilmente,un’arenaria grigia che ben si confà alla produzione di questa tipologia di vino, un terreno prima piantato a Nebbiolo, che ora è stato completamente sradicato e sostituito dal Dolcetto. Sono in presenza non di un classico Dolcetto, perché non fa legno, ma un vino fragrante e profumato di sottobosco, con un’evidente accento di ciliegia marasca, di bella struttura con un tannino che graffia, abbinabile ad una zuppa di borlotti.
Barbera d’Alba Paiagal 2009
le uve provengono proprio dal vigneto di fronte l’entrata dell’azienda, una collina nel comune di Barolo esposta ad est, un terreno molto compatto che limita l’assorbimento delle acque, favorendo un radicamento profondo della vite, per arrivare a quell’umidità che risale per capillarità alla pianta. Nasce da quest’uva un Barbera che profuma di ciliegia nera, che si ritrova morbida e calda anche in bocca, persistendo finemente con una moderata acidità e alcolicità .E’ un Barbera ruffiano.
Nebbiolo d’Alba Michet 2009
prodotto in una zona che è a cavallo tra le langhe e il Roero, dopo la vinificazione e la macerazione di 7/8 giorni l’affinamento è almeno di un anno, prima in botti di rovere e poi in bottiglia. Rosso rubino limpido, profumi di sottobosco e sentori di fiori rossi e di viola, lieve speziatura, in bocca è sempre elegante.
Barbaresco Serragrilli 2008
Dal comune di Neive, dove il sole può baciare l’uva fino a tarda sera. Nebbiolo 100%, è un vino intenso che sa di speziatura e confettura di more, con un tannino dolce stemperato dalla mineralità sapida. Consigliato l’abbinamento con l’anatra.
Barolo 2006
La tradizione, dalle colline di 11 comuni delle Langhe; il vino matura due tre anni in botti di rovere a seconda dell’annata, seguono sei mesi in bottiglia prima di essere messo i commercio. E’ rosso rubino con riflessi aranciati profumo intenso di rosa, con un tannino morbido e piacevolmente astringente, si presta all’invecchiamento.
Barolo Sarmassa 2007
Nebbiolo 100%, da una collina di una certa pendenza, dal terreno calcareo e compatto e molto sassoso, che limitano la vegetazione del vitigno; Sarmassa è il Cru a maturazione più tardiva. Tocca la vetta della sua tipologia con sentori di terra e tabacco scuro, mora macerata e violette con una lunga scia di liquerizia, in bocca è caldo e multi sfaccettato di vecchi legni e frutta, sapido e tannico come deve essere; molto longevo si fa tranquillamente i suoi 40/50 anni. Abbinabile al capriolo
Finisco in dolcezza con il Moscato d’Asti Zagara che è sempre un ottimo compagno per il dolce finale;mai stucchevole è dolce il giusto,con una scia acidula di fior di limone, profuma di fiori gialli come la mimosa;è il Moscato con cui almeno una volta nella vita tutti noi abbiamo brindato per un evento, una ricorrenza, come i nostri padri e i nostri nonni.