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Marciapiedi di cielo

Creato il 28 marzo 2015 da Vittoriano @BVittoriano
MARCIAPIEDI DI CIELOL’emarginazione dagli affetti è forse la più dura da sopportare. La racconto in questa canzone del 1981, anni turbolenti in cui la condizione giovanile faceva i conti con la sgretolazione del nucleo familiare avviata qualche anno prima con la legge sul divorzio.
Si può essere soli per scelta, per visione di vita o di prospettiva. Non è un peso ma semmai un privilegio, un bisogno di libertà incondizionata, scevra da vincoli e socialmente deresponsabilizzata.
Quando invece è una strada obbligata, un percorso ineluttabile dovuto alla negazione sociale della propria condizione individuale, allora diventa dolore, rifiuto, reiezione.
Il prete, la compagna, la gioventù spezzata, la ragazza madre, sono personaggi fra i tanti che camminano sui marciapiedi di cielo, in bilico tra l’asfalto rovente e impetuoso della realtà e le vie celesti di una nuova speranza di vita e di riscatto …
MARCIAPIEDI DI CIELO(V. Borrelli)
E se un prete ha le occhiaie per un mattino di sessoe ha sconvolto la sua vita per cercare se stessose si è prostituito davanti al suo Diodimmi se il suo cielo è un notturno più vero
Se la donna che hai accanto sputa sempre velenoe magari di notte ha qualche anno di menose si sente frustrata per insoddisfazionedimmi se il suo cielo ha cambiato colore
Lungo i marciapiedi di una corrotta esistenzadue ragazzi si svegliano e si ammazzano a vicendatra i falò di qualche anima dispersac'è qualcosa da scordare e una vita da cambiare
Sui marciapiedi di cieloil mio tempo si fa sempre blu luna di carta una stella di lattanel ritratto ci sei anche tu
Sui marciapiedi di cielocon un passaggio si arriva più in làfacce smarrite e non si ride nel ritratto ci sei sempre tu
Se una madre racconta se stessa a una figlia e magari si accorge che non le somiglia se non ha più una lira e va a fare la vitadimmi se il suo cielo è una gabbia di vetro
Se t'inventi un rapporto e non ti riconoscise per gli altri tu resti soltanto un istantee non hai che una meta distantedimmi se questi giorni sono sempre ritorni
Sui marciapiedi di cielotra i lampioni e i binari dei tramc'è gente truccata di rassegnazionesta seduta per ore in un bar
Sui marciapiedi di cielo sulle rive di un'altra realtàqualche canzone e un rimpianto di piùun'idea che non pensa più(Tratto daLe parole del mio tempo”)
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