Magazine Cinema
La Cina è vicina (1967)
Discutiamo, discutiamo, episodio di Amore e rabbia (1969)
Nel nome del padre (1972)
Sbatti il mostro in prima pagina (1972)
Marcia trionfale (1976)
Il gabbiano (1977) - Film TV
Salto nel vuoto (1980)
Vacanze in Val Trebbia (1980)
Gli occhi, la bocca (1982)
Enrico IV (1984)
Diavolo in corpo (1986)
La visione del Sabba (1988)
La condanna (1991)
Il sogno della farfalla (1994)
Il principe di Homburg (1996)
La religione della storia (1998) - Film TV
La balia (1999)
L'affresco (2000)
Elena (2002)
Appunti per un film su Zio Vania (2002))
L'ora di religione (2002)
Buongiorno, notte (2003)
Il regista di matrimoni (2006)
Sorelle (2006)
Vincere (2009)
Sorelle Mai (2010) - 3/5
Lacrime (2011)
Bellocchio (1939) dopo aver studiato cinema a Roma e Londra ha esordito con il celebre "I pugni in tasca" (1965) potente film di contestazione che anticipa le proteste del '68. Autore anche di documentari, mediometraggi e cortometraggi, è fondatore della scuola Farecinema istituita a Bobbio, suo paese natìo.
-Sorelle Mai
di Marco Bellocchio - Italia 2011 - drammatico/sperimentale - 105min.
Nato dalle sperimentazioni condotte da Bellocchio con i suoi studenti di Fare Cinema presso Bobbio, paese natale del regista che ospita tra l'altro un festival annuale di cinema indipendente, è un film suggestivo e misterioso, forse il primo esempio di compiuta postmodernità nel cinema italiano.
La vita della famiglia Mai, composta da Giorgio, attore senza successo, la sorella Sara che tenta anch'essa una strada nel mondo dello spettacolo, la figlia di lei Elena che è accudita da due zie/sorelle residenti nell'antica magione di famiglia a Bobbio, più un amico di famiglia che si occupa dell'amministrazione della casa.
Composto di 6 episodi, che si dipanano tra il 1999 ed il 2008 (e sono stati girati nei rispettivi anni, per un totale di circa un decennio di lavoro) il film è sconnesso, pieno di ellissi, enigmatico ed affascinante. La sua attrattiva risiede innanzitutto nell'ambientazione: rigirando nei luoghi del suo scioccante film d'esordio I pugni in tasca, Bellocchio sembra voler chiudere i conti, a quarant'anni di distanza, con un fantasma che è ancora lì: il film è inframezzato da frammenti della pellicola sovracitata, quasi a rendere la casa di Bobbio (set di entrambi i film nonchè casa del regista stesso) un'abitazione stregata da uno spettro filmico assetato di ri-proiezione. Tutti i personaggi principali del film sono parenti del regista: figli, nipote e sorelle. Proprio queste ultime danno il titolo al film: sorelle che (nel film come nella realtà) non hanno mai abbandonato la casa natìa perchè non si sono mai sposate, e rimangono testimoni, allora come oggi, di situazioni conflittuali e disturbanti all'interno del nucleo famigliare (e non solo). Certo le stridenti cotrapposizioni fra individui non si traducono più in pulsioni tanato-incestuose come ne I pugni in tasca, ma si fanno forse più sotterranee e meno evidenti, all'insegna del non detto, del rimpianto, di un'amarezza esistenziale.
In tutto questo, sorprendentemente, ecco che Bellocchio inserisce parentesi di inaspettato umorismo (come l'episodio del consiglio di classe in cui una professoressa, interpretata da Alba Rohrwacher, si batte per la promozione di uno studente pusillanime) o di spiazzante, magico mistero (il finale, mistico ed emozionante, un colpo di genio registico).
Il tutto senza trascurare la vivace realizzazione tecnica: girato con svariati modelli di handycam digitali, quindi con gradi di definizione diversi, fotografia sgranata e spesso fuori fuoco, girato a colori eppure spesso così simile ad un film in B/N per le sue scale di blu e di grigi, autocitazionista, diegeticamente frammentario.
Cinema postmoderno italiano, da consumarsi preferibilmente dopo il film del 1965.
Voto: 3/5
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