Diversi i punti di forza, innanzitutto il gruppo: “la Onlus porta il mio nome ma è composta da tante persone che lavorano con la mia stessa passione e con il mio stesso impegno. Da ragazzo mi piaceva stupire gli adulti con i miei numeri di magia e adesso che ho 50 anni vorrei meravigliare i più piccoli; per questo avrei voluto chiamarla “Magic for children””. Il nome Marco Berry Onlus permette di dare più visibilità all’associazione; e non potrebbe essere altrimenti, vista la storia di Marco Marchisio, in arte Berry, nel mondo della televisione e dello spettacolo.
La Royal Half Marathon, in programma l’8 dicembre a Torino e organizzata da “Il Giro d’Italia Run”, sostiene la Onlus, devolvendo le iscrizioni delle due gare non competitive (la 6 km e la Monge Pet Race, che si aggiungono alla classica mezza maratona) alla realizzazione di un ospedale pediatrico nel nord della Somalia. “La Marco Berry Onlus ci ha colpito per l’assoluta trasparenza e tracciabilità delle donazioni dei fondi ricevuti” afferma Enzo Caporaso, presidente della società organizzatrice dell’evento. Un elemento assolutamente non scontato, riscontrabile direttamente sul sito http://marcoberryonlus.org/.
“L’ospedale è già in funzione” continua Berry, “è stato diviso simbolicamente in mattoni e tutti quelli che hanno contribuito sono “proprietari” di un piccolo pezzo”. La struttura, completata a giugno in un anno e mezzo, fornisce cure, farmaci e istruzione medica, in collaborazione con l’università locale. Il mago e uomo di spettacolo torinese sarà presente alla mattinata dell’8 dicembre, anche se non è sicura la sua presenza in gara a causa di qualche problema fisico. Ma il cuore è quello di un vero sportivo: “Sono stato agonista, nel nuoto con la Rari Nantes e nella pallanuoto con la Libertas; ma sono anche istruttore sub e ho praticato vela, windsurf, paracadutismo, calcio, sci e golf. Penso che lo sport sia la droga più forte che esista, ti rimette in sesto fisico e testa in ogni momento”.
Viene dunque naturale chiedersi se la Onlus si affiancherà ad altre manifestazioni sportive: “il 28 dicembre organizziamo una gara di slalom nella via principale di Bardonecchia. Per il futuro stiamo lavorando a un progetto (legato all’ospedale in Somalia) che coinvolge lo sport disabile”. L’ultima riflessione non può che rivolgersi al capoluogo piemontese, capitale europea dello sport nel 2015: “ancora una volta Torino ha saputo distinguersi, dimostrando di saper organizzare con passione i grandi eventi e di essere in grado di ricevere un titolo così prestigioso, che contribuirà a darle visibilità. È una città splendida, con l’unica pecca di essere silenziosa e farsi poca pubblicità; ma forse questa è anche la sua grande forza, ciò che la rende così elegante e sabauda”.
Luca Bianco
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