[Riceviamo e volentieri pubblichiamo. (f.s.)]
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Prove tecniche di es-autor-azione.
«Uno dopo l’altro, da Dostoevskij a Mike Bongiorno, da Heidegger all’Uomo Ragno, ho tradito tutti. Con inaudita violenza ho usato le loro parole contro la loro stessa volontà e le ho disposte secondo un nuovo ordine narrativo, il mio. Ho ricondotto le parole alla loro irriducibile singolarità di evento: esse non sono più la manifestazione di un significato originario più profondo, ma vengono pensate e adoperate semplicemente nella loro esoscheletrica presenza. Espressioni svuotate, rese monche, incrinate, modellate secondo le regole di un gioco che mira innanzitutto a svelare ciò che si cela dietro la loro significante apparenza: l’assenza dell’autore. Il significato, così smascherato ed esautorato, si irradia anarchicamente in tutte le direzioni. Esplode, senza più alcun bisogno di verità. Pronto ad essere usato a mio piacimento. In questo senso, Come non detto è la prova ontologica che decreta, in modo tangibile ed empirico, la morte dell’autore. Una morte violenta. Perché dietro il suo decesso (decostruzione & decomposizione) si cela un altro autore. Io, un assassino. Condannato all’eterno ritorno di un patricidio.»
Marco Cetera, nato a Castellaneta il 15 ottobre 1974. Maturità classica, laurea in filosofia (Bari), master in scrittura pubblicitaria (Roma). Nel 2001 si trasferisce a Milano e lavora in diverse agenzie pubblicitarie come copywriter, partecipando all’ideazione e alla realizzazione di importanti progetti di comunicazione di respiro internazionale. Dal 2010, vive e lavora a Trieste in una ventosa agenzia creativa che vende idee e boccate d’ossigeno.
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“Come non detto”. Poema musivo ipertestuale
Postfazione de “Come non detto”
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