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Marco e la Dubai by night

Da Faustotazzi
Marco e la Dubai by night
Servono sempre occhi nuovi per vedere bene le cose perché dopo un po’ ci si abitua, quello che era evidentemente interessante diventa solo parte del paesaggio e nemmeno più lo si nota. Per questo cerco sempre di prestare molta attenzione a cosa dicono gli amici che mi vengono a trovare. Marco, ad esempio.

Marco è una persona che “po’ essere fèro e po’ essere piuma”. Nel senso che sa essere leggerissimo quando si parla di calcio & figa al bar ma cinque minuti dopo ti puoi trovare con lui in strada a discettare del ruolo delle religioni nelle società del sudest asiatico o dei conflitti bellici nello stretto di Hormuz dal millecinquecento a oggi. Entrambi sono soggetti che personalmente non conoscevo nemmeno per sentito dire.

Di Marco mi piace ricordare le cose semplici, che sono sempre le più geniali perché in fondo il mondo è semplice, le cose vanno generalmente per il verso più facile e non ci sono un miliardo di dietrologie e sovrastrutture da raccontare. Ad esempio la sua definizione di “Gotham City” per la vista sui grattacieli di Dubai Marina a tarda notte quando non c’è più nessuno in giro è perfetta e la breve frase “Ci stanno provando” riassume in tre parole la storia economica di Dubai dagli anni ottanta ad oggi.
Marco aveva tempo libero e voglia di divertirsi quindi quella settimana abbiamo gironzolato più locali notturni di quanti ne avessi visti nei sette mesi da quando sono arrivato qui a Dubai.

In effetti, pur non rinnegando ne' il mio passato di giovinastro nelle peggiori discoteche del cremasco, disco-roller compreso, ne’ il mio appena più presentabile periodo da trentenne pendolare tra i club di Milano e Desenzano del Garda, oggi la vita notturna mi interessa più o meno tanto quanto può interessare a una gallina. Lo dico visto che esiste un detto “andare a letto con le galline” per cui si suppone che questi pennuti dallo sguardo idiota prima di diventare pollo al curry e quando non sono impegnati a produrre dolorosamente uova si vadano a coricare piuttosto presto. Comunque messo in questo contesto mi rendo conto che è un modo di dire che lascia anche un minimo di porte aperte visto che potrebbe contenere un simpatico doppio senso.

Vabbè lasciamo perdere vah... Stavamo dicendo che oggi per me andare in un locale dove dopo poche decine di minuti hai perso la voce a furia di urlare anche solo per chiedere come stai mentre libanesi nerboruti e puttane russe si agitano per mostrare chissacosa a chissachi in questa fase della mia vita mi interessa davvero pochino. Lo ho fatto - anche parecchio - in passato ma ora per me basta, grazie. Preferisco riuscire a mettere assieme un discorso di senso compiuto di almeno dieci minuti e essere me stesso senza preoccuparmi eccessivamente di come appaio. Ma non sono il genere di ex-fumatore che smette e poi rompe le balle al prossimo suo nel raggio di cinquecento chilometri se solo si azzarda a tirare fuori una sigaretta quindi mi sta benissimo che ogni tanto si vada ad sbattere un po' il culo da qualche parte (citazione da Ilario) e qualche settimana fa, supportato da un paio di birrette, ho accompagnato con piacere Marco. Adesso, dopo il post sui ristoranti, ne approfitto per farvi un po’ il punto della situazione sulla mia personale e dilettantesca vita notturna a Dubai.
Cominciamo dai posti sotto casa: qualche tempo fa sono stato all’Aquara @ Dubai Marina Yacht Club, è una bella terrazza con vista sui motoscafi e sui grattacieli dove si può semplicemente bere qualcosa e chiacchierare in pace. Lo stesso panorama ve lo potete godere qualche decina di metri più indietro alla Terrazza Martini @ The Address Marina. Qui però io preferisco fermarmi semplicemente sui fantozziani puff a bordo piscina, quando non sono intrisi per la troppa umidità.

Dall’altra parte del Marina, il lato mare, non si può mancare la serata SoLo al dehor dello Splendido @ Ritz Carlton: aperitivo relax chich all’italiana direttamente sulla spiaggia. Oppure, di tutt’altro genere, il “nasty” Barasti, il bar capanna di foglie di palma sulla spiaggia che nelle sere del weekend è stipato di anglosassoni che non si capisce se abbiano alzato più la musica o il gomito.

Sempre da quelle parti il Grand Grill Bar @ Habtoor Grand, uno dei primi resort del Marina che nonostante le operazioni di chirurgia estetica ora è un po’ blasè. Il Grand Grill Bar è una terrazza non facilissima da trovare ma dalla vista molto bella. E sempre all’Habtoor c’è Nozomi: sul presto ristorante di cucina giapponese moderna e dopo lounge club ad alto volume.
Chiuderei il quadro della nightlife di New Dubai con l’immancabile Buddha Bar @ Grosvenor. Insieme al Just Cavalli è probabilmente uno dei locali più conosciuti di Dubai e non c’è turista che nella sua settimana dubaiota tutto-compreso non passi da qui. Il Buddha è in effetti molto bello, quasi-gemello dell’originale a Parigi con vista sul Marina dietro i vetri fumé. Se siete fortunati può capitarvi di godere lo spettacolo dei baristi mangiafuoco in piedi sul bancone, ma non ditelo ai NAS ne' ai Vigili del Fuoco. E poi una delle chicche che rappresentano bene il livello di servizio che troverete in questa città: nei cessi di solito ci sta uno schiavo (non saprei come definirlo altrimenti) il cui unico ruolo consiste nel porgervi l’asciugamano dopo che vi siete lavati. Ma vi rendete conto?
Vabbè dai, asciughiamoci le mani con calma però poi pigliamoci un taxi e usciamo da Marina, in direzione città. 

Lascerei perdere il monumentale Burj Al Arab che pure ha parecchi locali ma è decisamente meglio come panorama che come destinazione e andrei lì vicino, al Jumeirah Beach Hotel, dove ci sono il 360° - terrazza a vista panoramica, come suggerisce il nome - o al Dhow & Anchor, appena dopo lo splendido giardino in serra nella hall, per farmi una birra in pace.
Per vedere i giochi di luce sul Burj Al Arab al tramonto il massimo resta sempre il Bahri Bar @ Madinath Jumeirah, magari dopo una giornata in spiaggia privata e un rilassante fine pomeriggio di massaggi alla Talise Spa.
Il Roof Top @ One&Only Royal Mirage è la migliore alternativa: panorama sul Burj Al Arab forse non altrettanto perfetto ma posto decisamente molto chich, stile Armani per intenderci.
Conitinuiamo a risalire Sheikh Zayed Road. Difficile non fare un cenno ai superclassici Just Cavalli (chiedere di Lucio Luciano) e 400, entrambi @ Fairmont Hotel. Qui ci si viene più che per la vista sul paesaggio per quella sulle avventrici (o gli avventori, a vostro piacere).

Ci possiamo fermare un attimo a Old Dubai, che a dispetto del nome è l’ultimissimo insediamento completato in città, dominato dal Burj Khalifa (ex Burj Dubai), dal Dubai Mall e dal Souk al Bahar. Qui i
l Calabar @ The Address Downtown (dove peraltro fanno l’aperitivo italiano il sabato sera) è il posto perfetto per godersi le gigantesche fontane danzanti mentre l'iKandy @ Shangri-La mi incuriosisce tantissimo: dicono che tenendo fede al suo nome da caramella sia un locale molto simpatico e tutto colorato di rosa.
A chi piace la musica dal vivo deve andare il venerdì al Wafi Rooftop, ovviamente @ Wafi Center oppure all’Irish Village @ Aviator Club. Non li ho ancora provati di persona ma prima o poi so che lo farò.

Non ci resta che arrivare a Bur Dubai e Deira: il QD’s @ Dubai Creek Golf & Yacht Club e il The Terrace @ Park Hyatt sono i locali con la migliore vista sul creek mentre il So Cho @ Dubai Marine Barch Resort all’inizio di Jumeirah Beach Road era il posto più in fino a qualche anno fa quando ancora Marina e Old Dubai non esistevano. E’ un bar lounge con terrazza sul mare che dicono sappia sempre mantenere un certo qual fascino.

Insomma, alla fine con Marco abbiamo passato una settimana notturna piuttosto intensa. Tutto sommato perà credo che quello che ricorderemo con più nostalgia tra qualche anno, in qualche bar di Milano, saranno la chiaccherata con sottofondo di Bocelli da un cialtronissimo Dean & Deluca alle fontane del Burj Khalifa o il pranzo in una bettola durante il giro a Musandam o ancora gli shawarma agliatissimi ai baretti sul creek.

Breve parentesi finale sulle disco all’aperto che in periodo invernale potrebbero essere una scelta carina. Il Chi e l’Ocean Club manco so dove siano ma la descrizione su Time Out Dubai mi stuzzica molto visto che dovrebbero essere due posti dove si balla sull’erba o direttamente con vista spiaggia.

A proposito di musica pop, è da qualche tempo che vi voglio raccontare di un pezzo che non solo è molto carino sia da ballare che da ascoltare ma inoltre secondo me riassume tutta la storia recente di Dubai, dal boom economico, periodo d’oro del “work hard live hard” fatto di Ferrari, champagne e puttane d’alto bordo fino alla crisi, al crack di Dubai World, ai ridimensionamenti, all’esodo con le auto abbandonate in aeroporto, fino alle attuali disillusioni. Lo ascoltai per la prima volta quando venni qui lo scorso luglio a chiudere colloqui e contratti, lo ho scaricato quando ancora usavo eMule a Milano e ancora adesso lo tengo tra i miei preferiti sull’i-pod. E’ un pezzo buono per correre, come sottofondo per distrarsi mentre scrivo o lavoro, per coprire i rumori rilassarsi e dormire in aereo ed è anche un testo molto intelligente da fermarsi ad ascoltare. Lei è Lily Allen, su cui ci sarebbe molto più da dire che non delle sue ubriacature moleste alle serate di gala di MTV. Il pezzo, famosissimo, si chiama “The Fear”.

"I want to be rich and I want lots of money, I don’t care about clever I don’t care about funny.
I want loads of clothes and fuckloads of diamonds, I heard people die while they are trying to find them.
I’ll take my clothes off and it will be shameless ‘cuz everyone knows that’s how you get famous.
I’ll look at the sun and I’ll look in the mirror, I’m on the right track yeah I’m on to a winner. 
Life’s about film stars and less about mothers, it’s all about fast cars and passing each other. But it doesn’t matter cause I’m packing plastic and that’s what makes my life so fucking fantastic.
I am a weapon of massive consumption and its not my fault it’s how I’m programmed to function.
I’ll look at the sun and I’ll look in the mirror, I’m on the right track, I’m on to be a winner.
Forget about guns and forget ammunition cause I’m killing them all on my own little mission.
Now I’m not a saint but I’m not a sinner, everything is cool as long as I’m getting thinner. 

I don’t know what’s right and what’s real anymore, I don’t know how I’m meant to feel anymore. 
When we think it will all become clear ‘cuz I’m being taken over by The Fear".

Vorrei mettervi qui il link ma quei trogloditi dell’età della pietra della EMI lo rimuovono immediatamente da qualsiasi sito sul quale viene caricato. Visto che vale la pena sentirsi l’originale e non una delle miriadi di versioni che si trovano correntemente su YouTube vi invito a scaricarvelo da qualunque eMule, Torrent o PirateBay, tanto si trova dappertutto. Alla faccia della potentissima Electric and Musical Industries del cazzo.

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NOTA: questo pezzo è dedicato al mio amico Marco, a un corridoio di fronte all’Aula Magna della Bocconi alla fine degli anni ottanta, un corridoio che ora manco so se esista più. Al primo esame universitario sotto la minaccia del monumentale “Lavoro e Risparmio”, noto ai più come “Il Masini”, un incompresibile tomo mi auguro ora abbandonato che però cementò per sempre la nostra amicizia. 
Ma questa è una storia che vi racconterò un’altra volta, in un altro blog, in un'altra vita.

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