![Marco Franzoso: tra Amore, Cibo e Bambini Indaco Marco Franzoso: tra Amore, Cibo e Bambini Indaco](http://m2.paperblog.com/i/284/2843291/marco-franzoso-tra-amore-cibo-e-bambini-indac-L-z6fa2N.jpeg)
Ho sempre ripetuto come un mantra: prima il libro, poi il film. Il contrario potrebbe rappresentare un'eresia anche perché la cosa che più odio, e molti ne converranno con me, è quando il film omette parti importanti di un libro che sto adorando o quando ho immaginato i protagonisti con una certa fisionomia e gli attori invece deludono le mie aspettative. Forse per la prima volta nella mia vita ho fatto al contrario: prima il film, Hungry Hearts di Saverio Costanzo, poi il libro, Il bambino indaco (Einaudi, 2012) di Marco Franzoso. E li ho amati, entrambi.
Il film l'ho trovato tra i più belli e interessanti degli ultimi anni (ne ho già parlato qui) e il libro mi ha conquistata. Per ovvie ragioni la storia resta quella di una coppia giovane e innamorata che comincia ad avere qualche problema quando lei, incinta, decide di fare delle scelte alimentari estremiste per la "salute" e la purificazione sua e del bambino. Con l'arrivo del neonato però queste scelte diventano assurde e nocive, rasentando quasi la follia nonché un pericolo per la vita stessa del piccolino che per anni smette di crescere affamato com'è dalla sua stessa madre.
È una storia forte quella che ci racconta Franzoso, una di quelle storie che ai perbenisti farebbe storcere il naso reputandola quasi impossibile o troppo lontana dal proprio mondo. La cosa che ho amato di più è il punto di vista maschile perché la vicenda è narrata da Carlo, è lui che ci conduce nei meandri della sua vita coniugale, è lui che ci spiega senza rendersene conto la folle razionalità dei gesti della moglie che ama di un amore accondiscendente e protettivo. Carlo, un uomo razionale e materialista, inizialmente giustifica con il troppo amore per quel figlio presunto indaco - un bambino che con la sua perfezione è destinato a costruire un mondo senza guerre e inquinamento - gli atteggiamenti della moglie da sempre fervida sostenitrice di una vita votata al New Age. Per rendersi conto da solo che la situazione prende delle pieghe drammatiche.
Un volumetto di sole centotrentadue pagine che si rivela intenso e palpitante di vita, di orrore e preoccupazione in uno stile che colpisce il lettore e lo assorbe completamente. L'autore decide di distruggere la suspense e ci racconta già la fine, ce la spiattella in faccia già nella prima pagina insinuando sospetti che non reggono davanti all'evidenza dei fatti. Perché non si rasenta mai il patetico, anzi per quanto possa apparire strano, il lettore si ritrova davanti ad una sorta di thriller dal finale drammatico.
L'ultimo appunto, che forse vi starete chiedendo, va fatto sulle differenze tra film e libro. Sono quasi d'obbligo. Ci sono delle piccole variazioni nel riadattamento cinematografico ma l'essenza stessa del libro, a mio avviso, resta immutata. Le polemiche che si erano create attorno alle "scelte alimentari" con l'uscita del lungometraggio, poi smentite da chi ha realmente visto la pellicola, sono le medesime: gli estremismi estremi non sono sani, non è un libro che condanna la scelta di una dieta vegana ma addita una patologia mascherata da propensione alla salute. Da leggere.