Un po’ didascalico, ma efficace; sullo sfondo, la Guerra in Jugoslavia. Didascalico è l’impianto triadico dei capitoli sviluppati su tre personaggi che, in maniera assai decisa e puntuale, si definiscono – pagina dopo pagina – come caratteri (in senso quasi teatrali) tipici di chi è coinvolto in un intreccio pseudoromanzesco: un miliziano serbo-croato, un militare olandese casco blu dell’ONU e un giudice spagnolo della Corte dell’Aja. Il flusso narrativo si radica nell’infernale spazio bosniaco di Srebrenica di quel luglio di 20 anni fa. L’orrore è un filo conduttore per nulla sottile, eppure non si assiste ad alcun compiacimento retorico da parte dell’autore. Una buona occasione per ripassare la triste vicenda di Srebrenica e un’occasione per raccogliere – all’interno della trama – riflessioni, dubbi e terribili costanti che la Storia non smette mai di sciorinarci, come una lezione dura da comprendere. (R.S.)
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