Per la serie: "gente che è stata in Spagna di recente", dopo Zuckerberg mi sembrava opportuno parlarvi di Mengoni. Ché, tra l'altro, hanno anche il nome in comune.
Non che sia una fan sfegatata, intendiamoci. Solo che, da quando ho letto certe sue dichiarazioni, mi sta molto più simpatico di prima. In concreto, pare che nel 2014 abbia detto alla stampa iberica che in Spagna ci sono lo stesso calore e la stessa apertura dell'Italia, solo "elevati all'ennesima potenza". Per poi continuare: "adoro la lingua spagnola, mi piace ascoltarla e parlarla per ore, anche se magari non capisco quello che mi dicono".
Come se non bastasse, all'epoca aveva anche scritto su Twitter che gli piacciono Leiva e Sabina. E recentemente, seppur "lottando con i verbi irregolari" ha affermato che vorrebbe che la Spagna fosse "la sua seconda casa". Tutte ragioni per me più che sufficienti a nominarlo italo-spagnolo ad honorem.
.@harry_ismyromeo Leiva y Joaquín Sabina... y me gustaría hacer una película con Almodóvar :)— Marco Mengoni (@mengonimarco) 16 giugno 2014
Capirete che non posso, perciò, passare sotto silenzio il successo che sta avendo nella Terra di Cervantes. Il suo "Parole in Circolo" è uscito, lì, lo scorso 19 Febbraio. Il titolo è "Liberando Palabras". L'adattamento al castigliano è a cura del produttore vincitore di un Goya David Santiesteban. E il discografico di Sony España che si occupa della sua promozione è - udite, udite! - lo stesso che da anni segue Dani Martín. [Pausa ad effetto]
La notizia, fino a poco tempo fa, mi avrebbe strappato grida di giubilo. Specie considerato che una fetta importante delle fan italiane di Dani lo è anche, per qualche strana ragione, di Mengoni. Appresa la notizia, probabilmente sarei corsa in giardino saltellando. Ci avrei messo poco, molto poco, a immaginare scenari di collaborazioni italo-iberiche che avrebbero avuto come effetto quello di portare finalmente l'ex leader de El Canto del Loco in concerto da noi. Anzi, avrei iniziato a tartassarlo su Twitter, a consigliargli dischi, a fare da intermediario non richiesto per strategie di marketing da quattro soldi. Mi sarei crogiolata, come mio solito, in castelli di ossessivo entusiasmo costruiti sul più completo nulla.
Solo che, per fortuna, si cresce.
Ora, alla coincidenza, reagisco a dire tanto con un "ah". All'ipotesi di quel duetto lo scenario che mi si delinea nella testa è di me che mi nascondo dietro una colonna in aeroporto mentre un gruppetto di persone sventola cartelli con sù scritto "Bienvenido" e porge cestini con dentro fette di pizza (non fate domande). Il tutto nonostante qualche lieve attacco di nostalgia.
Ad ogni modo, per il momento il problema non si pone. L'unico duetto contenuto in Liberando Palabras - almeno che io sappia - è quello con India Martinez. Una lagna, se posso essere sincera.
Perchè dai, belle voci fin che vuoi. Di India e delle sue radici flamenche, poi, amo diversi pezzi. Solo che 'sta cosa è degna di Caccamo e Iurato all'ultimo Sanremo. A dirla proprio tutta, anche il singolo che scelto per trainare l'album, Invencible, non è che sia propriamente un concentrato di ritmo e di energia. Per carità, pare siano piaciuti. Quindi ha ragione la Sony.
Però, dovendo scegliere, io preferisco di gran lunga Guerrero. Almeno in linea teorica, dato che in Italia non è fruibile. Oppure Yo te espero, che ancora non è un singolo ma forse potrebbe diventarlo a breve.
Sono opinioni personali, ad ogni modo. Quel che conta è che Mengoni, piaccia o meno, si è già aggiudicato con quasi un anno di anticipo un posto assicurato tra le nomination dei prossimi Italo-Spagnola Awards. Per il resto, io i brani che ho citato ve li lascio ascoltare qui sotto. E attendo con ansia le vostre opinioni.