Questo è il mio articolo sulla rivista TOSCANA & CHIANTI NEWS
Ama, un luogo molto particolare, incastonato al centro della conca d’oro gaiolese, sorvegliato dai vigneti Bellavista, San Lorenzo, l’Apparita, Il Chiuso, guardato a vista dalle torri di Siena. Ama, sede della famosa azienda vinicola, posta in uno dei borghi più belli del Chianti, dove da molti anni , opera Marco Pallanti.
Di lui sappiamo quasi tutto: fiorentino, enologo, presidente di uno dei consorzi vinicoli più importanti del mondo, quello del Chianti Classico, direttore del castello di Ama, da quasi trenta anni..Al giorno d’oggi, passare sei lustri nel solito posto è una rarità, qualcosa che va contro tendenza, ma c’è chi riesce nell’impresa come ha fatto lui. Non è un caso se il patrono di Ama è San Lorenzo, che si festeggia il 10 di agosto, la notte dei desideri, e Marco Pallanti a questa data e a questo santo gli è molto devoto: Lorenza è il nome di sua moglie, compagna da una vita, si sono sposati proprio il 10 di agosto, hanno tre figli e di desideri avverati insieme ne anno tanti, uno dei più importanti, oltre alla famiglia, è quello di aver fatto 25 vendemmie insieme, celebrate con un etichetta speciale che la dice lunga “Grazie Marco per questi 25 ani insieme L.”.
Ma oltre al vino, ai cani e alla famiglia , una grande passione è l’arte contemporanea. Gli si illuminano gli occhi, quando racconta di una nuova installazione, di un nuovo progetto: diventa un direttore dei lavori al momento dell’avvio di una nuova opera, ama seguire passo dopo passo tutti i vari progressi. Gli piace camminare tra le piccole stradine, del paese, all’ombra dei lecci, e parlare di questa collezione che tutti possono ammirare, grazie alle sculture poste all’esterno, ma anche quelle dentro le cantine, che se prenotate, vengono scoperte agli occhi del visitatore. E anche i luoghi non sono stati scelti a caso: Punti di Vista di Daniel Buren, con il gioco di specchi di fronte alle vigne, aprendo delle finestre naturali, su uno dei panorami più cari a Pallanti.
La visita non può che partire dalla cantina d’invecchiamento, con la fonte di vita della Bourgeois, l’Albero di Ama di Pistoletto, dal quale si capisce anche il pensiero dell’azienda, dove il legno impersona l’uomo e gli specchi il pensiero e la filosofia di chi in questo progetto ci ha sempre creduto, fino ad arrivare ala barriccaia di “Revolution”. Una scritta al neon rossa, che campeggia sulle barriques, realizzata da Kendell Geers, che simboleggia la rivoluzione della terra in ogni stagione, ma soprattutto la rivoluzione dei cru del vino, che ha fatto negli anni Marco Pallanti al Castello di Ama.
Stefania Pianigiani
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