Magazine Per Lei

Marco Sguaitzer e fiori d’arancio

Creato il 31 dicembre 2015 da Tulleeconfetti
Wedding favole

Marco Sguaitzer e fiori d’arancioNell'ultimo giorno di questo 2015 vogliamo ospitare su Tulle e confetti una proposta di matrimonio molto speciale, quella fatta da Marco Sguaitzer alla propria compagna durante la cerimonia per la consegna del Virgilio d'oro.

Siamo partiti dal finale, la proposta di matrimonio, ma andiamo con ordine...

Il 28 dicembre, nel corso di un Consiglio Comunale convocato in seduta straordinaria a Palazzo Te, la villa suburbana della famiglia Gonzaga, affrescata da Giulio Romano, si è svolta la cerimonia di consegna del Virgilio d'Oro, la benemerenza che ogni anno viene assegnata a personaggi che hanno fatto grande il nome di Mantova in vari settori, dalle scienze allo sport, alla cultura, al volontariato.

Tre i premiati, Antonio Paolucci, ex sovrintendente di Palazzo Ducale e ora direttore dei Musei vaticani, Luca Nicolini, presidente del Comitato organizzatore di Festivaletteratura e lui, Marco Sguaitzer, ex calciatore divenuto simbolo della lotta alla Sla, autore del libro Senza Limite Alcuno.

Marco Sguaitzer e fiori d’arancio

Per presentare Marco Sguaitzer ci affidiamo alle parole di presentazione che trovate sul sito dell'associazione No Alla SLA Marco S. ONLUS "Marco, per chi non lo conosce, è un mantovano colpito nel 2008 dalla SLA. Un tempo grande e apprezzato sportivo, vive oggi immobile grazie al respiratore e a una sonda gastrica che lo alimenta. Il cervello, invece, funziona a mille".

Accade, dunque, che Marco, premiato appunto con il Virgilio d'oro, incanti e commuova tutti con il discorso di ringraziamento che viene letto dall'amica d'infanzia Manuela. Non si tratta di un banale ringraziamento, ma di una iniezione di forza e di coraggio, come lui è solito fare. Sì perchè lui è così. Leggi i suoi messaggi e rimani lì, basito, e ti chiedi: ma è lui che fa coraggio a noi? E' lui che infonde forza a noi? La risposta è sempre la stessa. Inevitabilmente tutte le volte la stessa. SI' è lui. Ma lui non è solo questo, lui è tanto di più. Leggete il messaggio di ringraziamento che ha preparato per la premiazione e, fidatevi, leggetelo fino alla fine. C'è una sorpresa che ha commosso davvero tutti.

"Principalmente per a penultima riga, ma anche per coloro che non erano presenti oggi a Palazzo Te... Aiste che, causa i miei singhiozzi (di gioia, nè! perchè lo sapevamo solo io e Manuela Pasquali) non aveva capito un emerito piffero sino all
Ma pure per quelli presenti che, causa i singhiozzi della vicina (sì, non parlo, ma ho gli occhi anche dietro) non avessero recepito interamente il messaggio...

Virgilio d'Oro.

Premessa: la lettrice, Manuela Pasquali, legge il sottostante testo in nome e per conto del sottoscritto, Marco Sguaitzer, onde evitare qualsiasi fraintendimento...

Oggi è un giorno speciale.
Questo riconoscimento non è per Marco, ma significa una sonora sberla alla stronza ed a tutto ciò che essa rappresenta.

L'impotenza fisica esiste per coloro i quali ne vogliono essere succubi. La mente può tutto (beh, quasi, dobbiamo apprendere a rigenerare le cellule malate, ma la ministra non consente neppure di usare le staminali, meglio arrangiarsi e tentare con il potere della nostra mente, và...).

Sin dall'inizio ho lottato, prima incredulo per essere il *fortunato* su 50000 a ricevere questo *dono*, poi, una volta raggiunta l'accettazione (credetemi, non giunge da un giorno all'altro, è dura mandar giù il rospo) ho reagito.
Ho pensato di essere un *normale*, come voi, soltanto con il vizio di scrivere con gli occhi...

Il non poter muoversi, camminare, mangiare, bere, guidare, andare in bici, farmi un bagno, grattarsi, correre, abbracciare, baciare, dormire a pancia in giù (e mi fermo qui per non sembrare un lamentini) le considero *emergenze temporanee*, tanto sono convinto di guarire, prima o poi (tant mei prima, potessi scegliere, sette anni di purgatorio mi sembrano sufficienti)...

Purgatorio, sì, l'inferno è un altra cosa.
In fondo, faccio una vita agiata, mi sveglio quando voglio, dormo nel momento in cui mi sento stremato, non lavoro, non mi debbo preoccupare del cibo (cucinare, spesa, lavare piatti, sparecchiare sono atti nel dimenticatoio, ormai), oltre al mio corpo immobile non ho limiti, nè barriere, sento Amore, provo Amore, viaggio ovunque, con il libro e la fantasia, mi sogno sempre sano, deambulante...
Sì, molta, ma molta gente sta peggio del sottoscritto, perchè lamentarsi?

Dediche. Capitolo d obbligo, al ritiro di cotante premio in questa ambientazione Ducale...

La prima persona è scomparsa un paio di mesi fa. Chattavamo senza compatirci, tra una sua chemio e l'altra. Ci conoscemmo personalmente una sola volta, era estate, e lei era più spumeggiante dell'aperitivo del Venezia tra le sue mani. Entrambi festeggiavamo, ed il momento era stato magico. Si allontanò con un pretesto, confessandomi, in una chat successiva, che l'emozione la stava sopraffacendo, e non voleva la vedessi in lacrime...
Cara Paola, un giorno ti spiegherò che il vero Re (Duca, pardon) dei piansìna sono IO!

Il secondo se n'è andato 13 anni fa. Se trovo il tonto che disse *il tempo lenisce le ferite* probabilmente divento miracolato per un istante, giusto il tempo di rifilargli un cazzotto nello stomaco, per capire quanto tempo gli servirà a lenire QUELLA ferita (pàndol).
Eravamo cane e gatto, lui chiuso, io spalancato, lui perseverante, io l'incostanza in persona, lui il boss, io al sotcaldèra... Ci univa la passione per lo Sport, il calcio (non mancava, con mamma, neppure ad una sola mia partita), e lo sci. Mi aveva messo gli sci a quattro anni, siamo stati in qualsiasi località turistica vi venga in mente,da Campiglio al Tonale, da Cervinia a Bressanone, anche se la sua meta favorita era la Val Gardena (più krukki erano, meglio stava, forse perchè, schivo com era, non parlando che italiano e dialèt mantuàn, con due parole risolveva la questione...). Partiva in solitario all alba del sabato, si cuccava i Quattro Passi sugli sci, e tornava la sera, come se niente fosse... Altri tempi, altra tempra...
Caro papà, ti dedico questo riconoscimento perchè, con tante delusioni che hai dovuto sopportare quaggiù, spero che una soddisfazione ti renda finalmente orgoglioso di me.

La terza ed ultima dedica è per la personcina al mio fianco.
Ha rinunciato alla sua famiglia, alla sua patria, ad un lavoro sicuro per starmi al fianco nel combattere la malattia, avendomi conosciuto sano. Praticamente, una pazza!
Lei si è impuntata sul viaggio in Vietnam, per tentare la via delle cellule staminali.
Senza di lei non so, quando abbiamo deciso di seguire la strada della tracheostomia, se avrei deciso di andare avanti.
Lei ha imparato tutte le tecniche di sopravvivenza, di gestione dei macchinari, di nutrizione, di vestizione (pensate sia semplice vestire il sottoscritto, 70 kg. di pelle e ossa, i cui movimenti sono pari a quelli di un cadaverino, con oltretutto un tubo in gola?)
Non fosse ciò sufficiente, la sveglio quattro o cinque volte a notte (ci credo che ha imparato a convivere, dormendo, sia con lo stantuffo del rerpiratore, sia con il ticchettio irregolare della tastiera del comunicatore, lè stravolta, puvrìna...)
Per riconoscere ad Aiste quel che è di Aiste ho quindi preso una solenne decisione...
Bebe, otto anni di Vita, sopravvivenza e lotta insieme mi hanno fatto capire che senza la tua presenza non sopravviverei una sola settimana...
La Vita ci ha fatto conoscere non per caso, abbiamo imparato ad amarci per quello che siamo (a me è costato pochissimo...), ci completiamo, capisco che non posso offrirti un futuro di viaggi, vacanze, cene, abbracci e baci appassionati, passeggiate romantiche, sport...
Ormai hai capito cosa ti aspetta, se accetterai di vivere al mio fianco i pochi o tanti anni a venire...
Vorrei tanto inginocchiarmi, ora, ma:
A) Non ne sono capace.
B) Ci vorrebbe una gru, per rimettermi in carrozzina.
C) Sono codardo e vigliacco, lo faccio fare ad una persona di cui ti fidi ciecamente, ben sapendo che, schiva come sei, in cuor tuo mi ammazzeresti per avertelo chiesto davanti alla moltitudine...

Bebe, vuoi diventare mia moglie?"

Un'ultima annotazione.

Marco Sguaitzer versa in uno stato di difficoltà economica piuttosto seria (la casa è in vendita da un annetto si legge in uno dei suoi messaggi su Facebook, qui potete leggere il testo integrale) per il venir meno del sussidio che veniva erogato dalla Regione Lombardia. Chi fosse intenzionato ad aiutarlo economicamente può inviargli un messaggio privato su Facebook, questo il link al suo profilo https://www.facebook.com/marco.sguaitzer?fref=nf&pnref=story, in modo da avere l'iban del suo conto corrente.

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Siamo partiti dal finale, la proposta di matrimonio, ma andiamo con ordine...

Il 28 dicembre, nel corso di un Consiglio Comunale convocato in seduta straordinaria a Palazzo Te, la villa suburbana della famiglia Gonzaga, affrescata da Giulio Romano, si è svolta la cerimonia di consegna del Virgilio d'Oro, la benemerenza che ogni anno viene assegnata a personaggi che hanno fatto grande il nome di Mantova in vari settori, dalle scienze allo sport, alla cultura, al volontariato.

Tre i premiati, Antonio Paolucci, ex sovrintendente di Palazzo Ducale e ora direttore dei Musei vaticani, Luca Nicolini, presidente del Comitato organizzatore di Festivaletteratura e lui, Marco Sguaitzer, ex calciatore divenuto simbolo della lotta alla Sla, autore del libro Senza Limite Alcuno.

Marco Sguaitzer e fiori d’arancio

Per presentare Marco Sguaitzer ci affidiamo alle parole di presentazione che trovate sul sito dell'associazione No Alla SLA Marco S. ONLUS "Marco, per chi non lo conosce, è un mantovano colpito nel 2008 dalla SLA. Un tempo grande e apprezzato sportivo, vive oggi immobile grazie al respiratore e a una sonda gastrica che lo alimenta. Il cervello, invece, funziona a mille".

Accade, dunque, che Marco, premiato appunto con il Virgilio d'oro, incanti e commuova tutti con il discorso di ringraziamento che viene letto dall'amica d'infanzia Manuela. Non si tratta di un banale ringraziamento, ma di una iniezione di forza e di coraggio, come lui è solito fare. Sì perchè lui è così. Leggi i suoi messaggi e rimani lì, basito, e ti chiedi: ma è lui che fa coraggio a noi? E' lui che infonde forza a noi? La risposta è sempre la stessa. Inevitabilmente tutte le volte la stessa. SI' è lui. Ma lui non è solo questo, lui è tanto di più. Leggete il messaggio di ringraziamento che ha preparato per la premiazione e, fidatevi, leggetelo fino alla fine. C'è una sorpresa che ha commosso davvero tutti.

"Principalmente per a penultima riga, ma anche per coloro che non erano presenti oggi a Palazzo Te... Aiste che, causa i miei singhiozzi (di gioia, nè! perchè lo sapevamo solo io e Manuela Pasquali) non aveva capito un emerito piffero sino all
Ma pure per quelli presenti che, causa i singhiozzi della vicina (sì, non parlo, ma ho gli occhi anche dietro) non avessero recepito interamente il messaggio...

Virgilio d'Oro.

Premessa: la lettrice, Manuela Pasquali, legge il sottostante testo in nome e per conto del sottoscritto, Marco Sguaitzer, onde evitare qualsiasi fraintendimento...

Oggi è un giorno speciale.
Questo riconoscimento non è per Marco, ma significa una sonora sberla alla stronza ed a tutto ciò che essa rappresenta.

L'impotenza fisica esiste per coloro i quali ne vogliono essere succubi. La mente può tutto (beh, quasi, dobbiamo apprendere a rigenerare le cellule malate, ma la ministra non consente neppure di usare le staminali, meglio arrangiarsi e tentare con il potere della nostra mente, và...).

Sin dall'inizio ho lottato, prima incredulo per essere il *fortunato* su 50000 a ricevere questo *dono*, poi, una volta raggiunta l'accettazione (credetemi, non giunge da un giorno all'altro, è dura mandar giù il rospo) ho reagito.
Ho pensato di essere un *normale*, come voi, soltanto con il vizio di scrivere con gli occhi...

Il non poter muoversi, camminare, mangiare, bere, guidare, andare in bici, farmi un bagno, grattarsi, correre, abbracciare, baciare, dormire a pancia in giù (e mi fermo qui per non sembrare un lamentini) le considero *emergenze temporanee*, tanto sono convinto di guarire, prima o poi (tant mei prima, potessi scegliere, sette anni di purgatorio mi sembrano sufficienti)...

Purgatorio, sì, l'inferno è un altra cosa.
In fondo, faccio una vita agiata, mi sveglio quando voglio, dormo nel momento in cui mi sento stremato, non lavoro, non mi debbo preoccupare del cibo (cucinare, spesa, lavare piatti, sparecchiare sono atti nel dimenticatoio, ormai), oltre al mio corpo immobile non ho limiti, nè barriere, sento Amore, provo Amore, viaggio ovunque, con il libro e la fantasia, mi sogno sempre sano, deambulante...
Sì, molta, ma molta gente sta peggio del sottoscritto, perchè lamentarsi?

Dediche. Capitolo d obbligo, al ritiro di cotante premio in questa ambientazione Ducale...

La prima persona è scomparsa un paio di mesi fa. Chattavamo senza compatirci, tra una sua chemio e l'altra. Ci conoscemmo personalmente una sola volta, era estate, e lei era più spumeggiante dell'aperitivo del Venezia tra le sue mani. Entrambi festeggiavamo, ed il momento era stato magico. Si allontanò con un pretesto, confessandomi, in una chat successiva, che l'emozione la stava sopraffacendo, e non voleva la vedessi in lacrime...
Cara Paola, un giorno ti spiegherò che il vero Re (Duca, pardon) dei piansìna sono IO!

Il secondo se n'è andato 13 anni fa. Se trovo il tonto che disse *il tempo lenisce le ferite* probabilmente divento miracolato per un istante, giusto il tempo di rifilargli un cazzotto nello stomaco, per capire quanto tempo gli servirà a lenire QUELLA ferita (pàndol).
Eravamo cane e gatto, lui chiuso, io spalancato, lui perseverante, io l'incostanza in persona, lui il boss, io al sotcaldèra... Ci univa la passione per lo Sport, il calcio (non mancava, con mamma, neppure ad una sola mia partita), e lo sci. Mi aveva messo gli sci a quattro anni, siamo stati in qualsiasi località turistica vi venga in mente,da Campiglio al Tonale, da Cervinia a Bressanone, anche se la sua meta favorita era la Val Gardena (più krukki erano, meglio stava, forse perchè, schivo com era, non parlando che italiano e dialèt mantuàn, con due parole risolveva la questione...). Partiva in solitario all alba del sabato, si cuccava i Quattro Passi sugli sci, e tornava la sera, come se niente fosse... Altri tempi, altra tempra...
Caro papà, ti dedico questo riconoscimento perchè, con tante delusioni che hai dovuto sopportare quaggiù, spero che una soddisfazione ti renda finalmente orgoglioso di me.

La terza ed ultima dedica è per la personcina al mio fianco.
Ha rinunciato alla sua famiglia, alla sua patria, ad un lavoro sicuro per starmi al fianco nel combattere la malattia, avendomi conosciuto sano. Praticamente, una pazza!
Lei si è impuntata sul viaggio in Vietnam, per tentare la via delle cellule staminali.
Senza di lei non so, quando abbiamo deciso di seguire la strada della tracheostomia, se avrei deciso di andare avanti.
Lei ha imparato tutte le tecniche di sopravvivenza, di gestione dei macchinari, di nutrizione, di vestizione (pensate sia semplice vestire il sottoscritto, 70 kg. di pelle e ossa, i cui movimenti sono pari a quelli di un cadaverino, con oltretutto un tubo in gola?)
Non fosse ciò sufficiente, la sveglio quattro o cinque volte a notte (ci credo che ha imparato a convivere, dormendo, sia con lo stantuffo del rerpiratore, sia con il ticchettio irregolare della tastiera del comunicatore, lè stravolta, puvrìna...)
Per riconoscere ad Aiste quel che è di Aiste ho quindi preso una solenne decisione...
Bebe, otto anni di Vita, sopravvivenza e lotta insieme mi hanno fatto capire che senza la tua presenza non sopravviverei una sola settimana...
La Vita ci ha fatto conoscere non per caso, abbiamo imparato ad amarci per quello che siamo (a me è costato pochissimo...), ci completiamo, capisco che non posso offrirti un futuro di viaggi, vacanze, cene, abbracci e baci appassionati, passeggiate romantiche, sport...
Ormai hai capito cosa ti aspetta, se accetterai di vivere al mio fianco i pochi o tanti anni a venire...
Vorrei tanto inginocchiarmi, ora, ma:
A) Non ne sono capace.
B) Ci vorrebbe una gru, per rimettermi in carrozzina.
C) Sono codardo e vigliacco, lo faccio fare ad una persona di cui ti fidi ciecamente, ben sapendo che, schiva come sei, in cuor tuo mi ammazzeresti per avertelo chiesto davanti alla moltitudine...

Bebe, vuoi diventare mia moglie?"

Un'ultima annotazione.

Marco Sguaitzer versa in uno stato di difficoltà economica piuttosto seria (la casa è in vendita da un annetto si legge in uno dei suoi messaggi su Facebook, qui potete leggere il testo integrale) per il venir meno del sussidio che veniva erogato dalla Regione Lombardia. Chi fosse intenzionato ad aiutarlo economicamente può inviargli un messaggio privato su Facebook, questo il link al suo profilo https://www.facebook.com/marco.sguaitzer?fref=nf&pnref=story, in modo da avere l'iban del suo conto corrente.

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