foto di repertorio
Cagliari, 31 lug. – I fondali della Sardegna si rivelano, ancora una volta, uno scrigno prezioso per la cultura dell’area mediterranea. E’ il mare della Sardegna sud orientale che ha regalato nuovi reperti archeologici di forte interesse.
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Nel mese di luglio, precisamente nella seconda decade, una serie di servizi straordinari di controllo delle aree marine protette e dei siti archeologici subacquei del sud Sardegna sono stati effettuati dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Sassari. Le aree di intervento sono state l’area marina protetta di Capo Carbonara, antistante Villasimius e la localita’ Frutti d’Oro di Capoterra. Nel corso dei controlli all‘isola dei Cavoli e’ stata recuperata un‘anfora vinaria in terracotta, del tipo dressel 1b, lunga 70 cm, di epoca romana repubblicana (I sec.a.c.).
A Cala Caterina (Villasimius) e’ statp recuperato ceppo d’ancora in piombo di epoca romana (I sec. a.c. – II sec. d.c.) della lunghezza di 183 cm. A Frutti d’Oro (Capoterra) sono stati individuati un giacimento costituito da alcuni dolia in terracotta di epoca romana (I sec. D.c.) alto 1,90 metri w con un diametro di 1,50 metri; un relitto di imbarcazione da trasporto, con scafo in legno, risalente al XIX secolo; un relitto di un aereo che si ritiene risalente al secondo conflitto mondiale. Il giacimento individuato ed i reperti recuperati rivestono un notevole interesse storico-scientifico e sono attualmente in fase di studio da parte dei funzionari archeologi della Soprintendenza di Cagliari.
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