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Mare nero / Mark Strand / La poesia degli Altri

Creato il 28 maggio 2014 da Marianna06

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Una notte chiara, mentre gli altri dormivano, ho salito
le scale fino al tetto della casa e sotto un cielo
fitto di stelle ho scrutato il mare, la sua distesa,
il moto delle sue creste spazzate dal vento, divenire
come pezzi di trina gettati in aria.

Sono rimasta nella lunga
notte piena di sussurri, aspettando qualcosa, un segno, l’avvicinarsi
di una luce lontana, e ho immaginato che tu venivi vicino,
le onde scure dei tuoi capelli mescolarsi col mare,
e l’oscurità è divenuta desiderio, e desiderio la luce che approssimava.


La vicinanza, il calore momentaneo di te mentre rimanevo
su quell’altezza solitaria guardando il lento gonfiarsi del mare
rompersi sulla riva e in breve mutare in vetro e scomparire…


Perché ho creduto che saresti venuto uscito dal nulla? Perché con tutto
quello che il mondo offre saresti venuta solo perché io ero qui?

                                                                                    Mark Strand

 

   a cura di Marianna Micheluzzi  (Ukundimana)


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