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Marea rossa in Ungheria

Creato il 15 ottobre 2010 da Amandacastello2010

Marea rossa in Ungheria

Il 4 ottobre scorso qualcosa non ha funzionato nell’impianto di alluminio della città di Ajka in Ungheria. Tonnellate e tonnellate di fanghi tossici sono fuoriusciti dalla vasca di contenimento, inondando tutta la zona.

I risultati delle analisi effettuate sono allarmanti: valori di metalli pesanti sorprendentemente alti. Oltre a mercurio e cromo, elevata soprattutto la concentrazione di arsenico.

Ancora una volta il nostro Pianeta è messo in pericolo dall’uomo.

La contaminazione rappresenta un grave rischio non solo per il genere umano, ma anche per gli ecosistemi acquatici, le falde di acqua potabile e la salute pubblica. Tutto questo avrà un effetto a lungo termine.

Marea rossa in Ungheria

Ad oggi sono 9 le vittime provocate dal fango rosso. Un uomo anziano è deceduto oggi ad Ajka dopo essere stato ricoverato per le ustioni riportate su tutto il corpo. Ferite causate dai fanghi tossici fuoriusciti dall’impianto di lavorazione dell’alluminio.

Nonostante ci sia molta attenzione sul problema dell’inquinamento e ci siano molte organizzazioni, come Greenpeace, che lottano ogni giorno per tenere alta l’allerta, i disastri ambientali si susseguono ad una velocità spaventosa.

Fanno notizia e poi, a poco a poco, scompaiono dai titoli dei telegiornali e giornali… Un chiaro esempio è la marea nera che ha colpito il Golfo del Messico: ne avete più sentito parlare?

Eppure non è una situazione risolta, ma un danno che avrà conseguenze per moltissimi anni.

Marea rossa in Ungheria

Siamo veramente disposti a vivere in un tale clima di irresponsabilità civile ed indifferenza globale?

Le autorità ungheresi hanno posto sotto il controllo dello Stato l’impianto di alluminio di Ajka, che è stato commissariato per due anni.  La marea rossa, formata da un milione di metri cubi di argilla contaminata, ha devastato un’area di 40 chilometri quadrati sommergendo due villaggi.  Intanto la Mal Ltd, proprietaria dell’impianto, ha riacceso i forni per la lavorazione dell’alluminio.

Nelle zone colpite circa 1.200 volontari stanno ripulendo le case e le strade invase dal fango che, nel frattempo, si è asciugato. I lavoratori devono portare tute protettive e mascherine per proteggersi dalla polvere tossica.

Cosa possiamo fare?

Possiamo sostenere le organizzazioni che lavorano a difesa del pianeta, informiamoci, protestiamo.

Difendere la salute del Pianeta significa proteggere anche la nostra salute!


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