Gaetano e Delia, l'uno di fronte all'altra, a cena. Da fuori, una coppia come le altre, nel ristorante. Ancora piuttosto giovani, ma con poco da dirsi, se non sfogare le rabbie e le nostalgie e i sorrisi malinconici di un amore che si è scordato di loro, lasciandoli su quelle sedie, con le loro solitudini, a ricordare la forza che li ha uniti e a cercare un varco verso la possibilità di iniziare a camminare con le loro gambe. Una famiglia che si è sgretolata, raccontata dalla Mazzantini con asciutto realismo, senza compassione né risentimenti, senza illusioni né false speranze. Uno spaccato della vita dei due protagonisti colti in quel presente che li vede distanti, lontani dal futuro, inesistente, e dal passato, rievocato ma intangibile.
Tutto in una sera, una vita insieme nel tempo di una cena. Sebbene la costruzione dei personaggi sia sublime, ho percepito una certa superficialità nella narrazione, arricchita - raro caso! - dal film di Castellitto, che, dando un volto a quella storia, è riuscito a colpirmi ancora di più...