Marguerite Yourcenar,
Memorie di Adriano
(2013)
Non si tratta di una lettura facile, né del tutto scorrevole, quindi la consiglio solo a chi è spinto dalla curiosità e l'interesse di veder trasformato un dio in un uomo. In effetti, nonostante la graduale evoluzione alla quale si assiste sia quella di un uomo che diviene imperatore, in realtà agli occhi del lettore - già abituato ad associare il nome di Adriano all'Impero -, la trasformazione è rovesciata: il sovrano venerato come un dio, simbolo di equilibrio e perfezione, si fa uomo. Vengono rivelati i suoi sentimenti, le sue debolezze, i suoi pensieri, e sono esattamente queste caratteristiche imperfette a renderlo quasi perfetto, perché non ci può essere perfezione senza completezza.
Ai caratteri di fermezza e determinazione, si aggiungono quelli di dubbio e titubanza; la durezza in battaglia è bilanciata dall'amore nella sfera privata; il potere si rivela desiderio di libertà. Le parti che mi hanno colpito maggiormente sono state quelle in cui il personaggio mi è apparso così uomo da poter essere riconosciuto come un grande, in particolare quando viene descritto l'amore per Antinoo e le sue riflessioni sulla morte.