Una delle artiste del 2012 per la suddetta categoria umana è tale Maria Antonietta (ma attenti, potrebbe già essere old), pesarese dell'87 che incarna in pieno l'ideale di questa poco variegata gioventù. La tizia si è creata una sua immagine, un po' pin-up anni '50 e un po' grunger di periferia, con risultati sul volgarotto andante.
Canta sguaiatamente con una voce che ricorda Carmen Consoli sotto acido in duetto con Loredana Berté e un gatto sgozzato, e con un pronunciato accento che le fa storpiare brutalmente le vocali. La musica è anche orecchiabile e alcuni pezzi, come il singolo Quanto eri bello, rimangono in testa che lo si voglia o no. Da questo punto di vista, quindi, il suo lavoro è più che riuscito.
Ma non essendo un'esperta non voglio concentrarmi sul lato musicale, che è pur sempre questione di gusti.
La giovane pulzella, che ha pubblicato l'omonimo album il 6 gennaio, compleanno della sua beniamina Giovanna D'Arco (ma soprattutto giorno della Befana) è stata osannata da molti addetti del settore, del resto è prodotta dall'altrettanto glorificato Dario Brunori. Nelle recensioni si legge che verrebbe la tentazione di incasellarla nel filone delle rriot girrls femministe e incazzate e che nelle sue canzoni c'è il giusto livello di realismo e di corrispondenza con quanto succede davvero nella quotidianità moderna. Esaminando un attimo i testi, frammentati come quelli del già molto old Vasco Brondi, si è travolti da un'ondata di martini misto ad aspirine, occhiali da sole anche quando non serve, sante e Gesù chiamati in causa in modo piuttosto blasfemo da una che si dice molto vicina all'essere credente.
A me francamente non viene alcuna tentazione di parlare di femminismo per una che canta ma quanto eri bello, io volevo solo portarti a letto: è vero che il bigottismo impera ancora nel nostro paese e che una frase del genere in bocca a una signorina farebbe storcere più di un naso, ma le rivendicazioni di genere sono un'altra cosa. Detto poi da una che fa un palese uso del proprio corpo atteggiandosi a Lolita punk, può al massimo essere un legittimo sfogo personale.
Purtroppo la corrispondenza con la quotidianità c'è eccome: i locali che frequento sono pieni di bambocce come lei, che vanno alle feste bevono martini fumano sigarette prendono l'aspirina mettono gli occhiali da sole e scopano con tutti per sentirsi amate. Se la credessi sincera (ma non lo credo) farebbe in qualche modo tenerezza: fare errori a vent'anni è inevitabile e utilissimo. Certo mi viene da pensare che se fosse andata a meno feste e avesse studiato di più forse ora sarebbe meno cretina.
Ah, adesso M.A. ha trovato la fede e il vero amore e la sua vita è cambiata. Per fortuna non ne sentiremo parlare a lungo. Se mai voleste ascoltare questo discutibile talento, cliccate qui.