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Maria Corti da Milano al Salento

Creato il 30 luglio 2015 da Cultura Salentina

Maria Corti da Milano al Salento

30 luglio 2015 di Redazione

di Lucio Causo

Maria Corti

Il fascicolo del 1952 della Lectura Dantis dell’editore Carlo Signorelli, col commento del V canto dell’Inferno di Antonino Pagliaro, è ricco di una bibliografia di autori che hanno studiato la dottrina visionistica dell’oltretomba: ad essi non sfugge l’influenza dei testi islamici che si riscontrano nella letteratura occidentale.

Verso la 2^  metà del VI secolo, nel libro di Artàk Viràz è descritto il viaggio di un uomo che visita l’inferno e il paradiso, in compagnia di angeli e nel 1920 a Bombay il dottor Jivanji Jamshedji (1854-1933), studioso indiano, pubblica una sua raccolta che rivela la visione di Dante tratta dalle opere iraniche.

Sorge poi l’ipotesi che durante il suo esilio Dante Alighieri abbia conosciuto un dotto israelita, Immanuel Ben Solomo, che ha riferito sulla letteratura visionistica.

Cerulli ha fatto i suoi studi sul “Libro della Scala” dell’VIII secolo, tradotto da Bonaventura da Siena, che tratta del viaggio di Maometto nell’oltretomba.

La penisola iberica ha raccolto sempre le leggende e le critiche degli autori che hanno tramandato le varie vicende delle visioni dell’altro regno (Fonti arabo-spagnole della Divina Commedia del 1949, Città del Vaticano).

Brunetto Latini è stato in Spagna, ma non è dato sapere quanto egli ha riferito al suo ritorno a Firenze.

Nel 1919 sono state pubblicate le ricerche di Asin Palacios, arabista spagnolo. E. Guidubaldi ed A. Vallone hanno rilevato poi le fonti arabe in Dante Alighieri.

L’Accademia Salentina ospitava Maria Corti quand’ella era nel Salento per trascorrere le vacanze presso la dimora del padre, l’ing. Emilio.

I letterati che si riunivano a Lucugnano, in casa del poeta Girolamo Comi, erano Luciano Anceschi, Alfonso Gatto, Piero Bigongiari, Gianni Manzini, Mario Luzi, Luigi Corvaglia ed altri che accoglievano festosamente la presenza della Corti, introdottavi da Oreste Macrì.

Maria Corti è stata eletta cittadina onoraria di Maglie, quando Claudio Micolano, docente di lettere classiche nel Liceo Capece, ha potuto avvertire la richiesta dell’emerita scrittrice di valorizzare i poeti locali, come Salvatore Toma, nato nel 1951 e deceduto trent’anni dopo.

Nel 1962 Maria Corti, dopo aver insegnato nelle scuole medie, ha occupato la cattedra di storia della lingua italiana nell’Università di Lecce, proprio nel Salento dei suoi libri “Ora di tutti” e “La signora di Otranto” successivi ai suoi scritti sulla rivista “Libera Voce”.

Tornando ai suoi studi danteschi, diviene d’obbligo evidenziare le notizie riportate dai quotidiani: “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 31 maggio 1995 ed “Il Giornale” del 1° giugno 1995, relative alle pubblicazioni della Corti, ormai accademica della Crusca, elaborate per la rivista “Belfagor” sull’inferno di Dante ispirato dai testi islamici.

Nelle Malebolge, le immagini e le parole scritte nel “Libro della Scala”, coincidono con quelle dell’Alighieri riscontrate da Maria Corti con il suo stile creativo derivato da indagini incomparabili. Ed infine il quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” dell’8 maggio 2004, con la sigla di G. Cassieri, dà notizia del volume degli “Ori di Puglia” scritto da Anna Longoni con il titolo: “Maria Corti da Milano al Salento”.


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