New entry e nuove collaborazioni nel nostro salottino virtuale!
Come ormai vi ho detto fino allo sfinimento, vostro e mio, in questo mese riesco appena a trovare il tempo per fare le normali attività quali...che so...mangiare, dormire e una doccia ogni tanto. Esame maledetto!
E' giunta quindi come una benedizione, ben accetta non solo per la tempestività ma soprattutto per la qualità stessa, la richiesta di Lorenzo per pubblicare questo suo articolo sul nostro Cipria e Merletti.
Sono certa che voi lettori troverete interessante l'approfondimento di Lorenzo tanto quanto l'ho trovato io, che pur conoscevo questo personaggio storico.
Vi lascio all'articolo così come mi è stato inviato, se non per l'aggiunta di qualche immagine.
Grazie mille a Lorenzo Mastori, della cui collaborazione sono davvero grata e onorata.
Un modo del tutto singolare di studiare la vita di corte del ‘700 in Francia è quello di passare in
E seguendo questo metodo, si possono scoprire molti aneddoti divertenti. Per esempio, tutti
conoscono la celebre frase di Maria Antonietta con la quale si è rivolta al popolo, in rivolta per la
mancanza di pane:
“ Se non hanno pane, che mangino brioches!”
(S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche in francese)
Prima dell’”Austriaca”, così infatti veniva soprannominata la moglie di Luigi XVI, non si può non
imbattersi in Maria Leszczynska, una regina che forse la storia non ricorda così assiduamente come
Maria Antonietta ma che ha sicuramente qualcosa da raccontare.
Maria Leszczynska era figlia di Stanislao Leszczyński e di sua moglie Caterina Opalińska. Fu
scelta tra novantanove pretendenti per prendere in sposo il giovane re francese Luigi XV. La
sfortunata carriera politica del padre Stanislao I Leszczyński le fruttò, infatti, l’ingresso alla corte di
Francia e il conseguente fidanzamento. Il matrimonio fu celebrato per procura a Salisburgo, il 15
agosto 1725; Luigi XV mandò il cugino Luois Le Pieux a rappresentarlo e l’incontro effettivo con la
nuova regina di Francia avvenne solo una decina di giorni dopo. Maria Leszczynska divenne così
Marie Leczinska.
Inizialmente il matrimonio andò a gonfie vele. Marie diede sopportò ben dieci gravidanze, anche
quando il re sembrava rivolgere la propria attenzione ad altre donne che vivevano a corte. Rispettò
il volere del marito anche quando questo decise di escluderla completamente dalla vita politica.
L’unica formalità che le concedeva era rappresentarlo durante le cerimonie a Versailles alle quali
non poteva partecipare in prima persona a causa dei suoi innumerevoli impegni.
Il matrimonio finì solo nel 1738 quando Marie rifiutò di trascorrere la notte insieme al re. Dopo un
aborto spontaneo, infatti, i medici le avevano sconsigliato per qualche tempo di avere rapporti
con il marito per evitare complicazioni. Marie, però, decise di tenere all’oscuro il marito di quanto
successo e quando Luigi si presentò alla sua porta una notte, lei non gli aprì. Lui si offese a morte
e da quel momento iniziarono gli incontri amorosi con altre donne, tra le quali la più famosa fu la
Marie visse per molti anni in un clima disteso con la marchesa tanto da affermare:
“Visto che deve essercene una, tanto vale che sia lei”.
Forse per noia, quindi, o per non pensare alle scappatelle romantiche del marito, Marie dedicava
molto del suo tempo al gioco d’azzardo. Ai quei tempi non esisteva ancora il poker, ma una sua
versione settecentesca era diventata il passatempo preferito della Regina: il gioco delle cavagnole,
detto anche Biribì. Questo gioco venne soprannominato “gioco dell’oca” e possiamo considerarlo
un mix della nostra roulette e della nostra tombola. I giocatori, infatti, avevano a disposizione un
tavolo con delle caselle sulle quali puntare. Ad ogni casella veniva abbinata una palla con un
numero e una figura. I giocatori estraevano a turno una palla e chi aveva puntato su quella casella
vinceva la posta in gioco. Marie era solita sperperare molto denaro in questo gioco nonostante la
riluttanza del padre e del marito a pagare i suoi debiti.
Morì nel 1768 a Versailles; fu sepolta nella Basilica di Saint Denis insieme a tutte le altre regine di
Francia ma il suo cuore fu spedito a Nancy dove si ergeva il mausoleo dedicato al padre.
Grazie ancora a Lorenzo Mastori per la collaborazione e per il buon approfondimento.
Con affetto,
Irene