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Maria Montessori criticava anche l’usanza secondo cui ai bambini era vietato
buttarsi a terra o strisciare, erano obbligati a camminare stando al passo degli adulti e interagire con mobili e costruzioni (come le scale) che non erano a loro misura e che impedivano loro di muoversi in modo coordinato, preciso.
Per la Montessori, già ai tempi dell’esperienza con i frenastenici, il bambino aveva dentro di sé una forte carica di energia che doveva essere educata e sviluppata in un ambiente a misura di bambino, disposto dei giusti materiali chiamati dalla dottoressa Materiale scientifico, il tutto gestito da un’insegnante. Scopo dell’educazione quindi non era addestrare ma incanalare verso l’esterno secondo un preciso metodo le energie che questi bambini avevano dentro.
A seguito di queste teorie nelle Case dei Bambini erano rispettati tre principi fondamentali che rivoluzionavano le regole del tradizionale metodo educativo:- Un ambiente adatto;- Uso di materiale scientifico;- Nuova mansione dell’educatore.
Per ambiente adatto la Montessori intendeva spazi con forte valenza educativa, quindi a misura di bambino: dalle pareti a un mobilio grazioso e leggero così che i bambini stessi anche di tre o quattro anni potessero spostarlo utilizzandolo a loro piacimento, incluso il lavabo. Le credenze, molto basse e lunghe, avevano molteplici sportelli con serrature e chiavi tutte differenti, anch’esse a disposizione dei bambini perché potessero raggiungere da soli i materiali educativi della Casa dei Bambini. I bambini stessi avevano la responsabilità del mantenimento dell’ordine e del buono stato della classe e dei materiali educativi. Per quanto concerne l’uso del materiale scientifico, Maria Montessori ha realizzato attraverso l’esperienza diretta sul campo che i bambini avevano dentro di sé, una forte carica vitale, una molla, una gran voglia di agire, un eccesso di stimoli difficili da governare. Conseguentemente il metodo educativo da esercitare aveva come scopo lo sviluppo di queste energie, metterle in ordine, dirigerle, così che il bambino stesso potesse auto dirigersi con ordine e metodo. Per fare ciò si riteneva necessario mettere a disposizione del bambino particolari materiali scientifici, usati nella sua prima esperienza con gli oligofrenici e perfezionati: oggetti sensoriali per imparare a distinguere la qualità e la grandezza delle cose, spolette per graduare i colori, lettere ritagliate in carta a fine smeriglio e fissate ciascuna sopra una tavoletta o ritagliate in cartone e riunite in una scatola a scomparti per comporre le parole. Forme geometriche per disegnare, incastri solidi da montare e smontare a piacimento. Vi erano anche lavagne con gessetti e cenci necessari per cancellare (Grazia Honegger Fresco). Questo materiale per la Montessori doveva educare ma anche divertire allo stesso tempo perché i bambini potessero spontaneamente ripetere le attività formative con interesse, auto-correggendosi una volta imparato a padroneggiarlo. L’accesso a questo materiale era libero e a portata di tutti i bambini presenti all’interno della Casa dei Bambini; ognuno vi accedeva con i propri tempi e modalità senza essere interrotto dall’insegnante, autonomamente sbagliava e si auto-correggeva una volta che imparava a usare il materiale che era stato appositamente costruito per essere auto-correttivo. “E’ essenziale la ripetizione spontanea che i bambini mettono in atto per loro scelta, non quella imposta dall’adulto allo scopo di favorire l’acquisizione di una data abilità” (G.H. Fresco). Il ruolo dell’insegnante quindi era altamente ridotto rispetto al ruolo standard imposto dalle scuole. L’insegnante era più che altro una direttrice perché assisteva il lavoro degli alunni, ne dirigeva il corretto svolgimento, garantiva un ambiente di silenzio, quiete e tendeva a ritirarsi sullo sfondo come una spettatrice. Null’altro. La disciplina non dipendeva più da essa ma dall’uso spontaneo che il bambino faceva dei materiali.
Altri elementi indispensabili per la Casa dei Bambini erano:- L’ordine: i bambini avevano libero accesso al materiale didattico perché sapevano dove trovarlo, quindi una volta usato lo riponevano al proprio posto da soli. Idem quando dovevano apparecchiare la tavola, preparare pranzi collettivi, lavare e rimettere infine tutto a posto.- Senso di pulizia: era responsabilità dei bambini la pulizia e l’ordine generale dei locali, del mobilio (che, come già precisato, era facilmente spostabile anche dai più piccoli).- Alimentazione: la direttrice Montessori educava e insegnava ai bambini le giuste diete, dava consigli per alimentarsi bene. Anche la refezione era un momento importantissimo.- La natura: si suggeriva ai bambini di coltivare campicelli o piante particolari, così da sensibilizzarli alla natura e formare dentro di loro le qualità della pazienza, l’osservazione, la cura anche degli animali.- Ginnastica: per un corretto movimento dei muscoli si metteva a disposizione una palestra con attrezzi “costruiti in base alle misure anatomiche dei bambini” perché potessero eseguire tutti i movimenti correttamente.
Risultati educativiNella Casa dei Bambini grandi e piccoli lavoravano nella stessa classe senza problemi, ognuno con i suoi materiali adottati secondo le capacità specifiche di ciascuno. Si mobilitavano per aiutare nel momento in cui si aveva bisogno di ordinare la classe, non stavano mai fermi, tutto era eseguito con cura perché non erano costretti alla noia e non erano soggetti a giudizi, valutazioni o punizioni. Un bambino che non rispettava le regole veniva lasciato in disparte a guardare gli altri suoi compagni mentre lavoravano con ordine.I litigi erano rari, tutti i bambini non erano interessati a premi particolari e quando qualche visitatore portava dolci o regali quasi non li consideravano perché troppo occupati con le loro attività.
Lettura e scrittura: il traguardoGià a cinque anni per la Montessori il bambino era in grado di apprendere le tecniche di lettura, scrittura e di calcolo.Un evento inaspettato che ha portato a sorprendere anche la stessa Montessori è che a seguito dell’uso quotidiano dei materiali scientificamente studiati per l’apprendimento della lettura e della scrittura e senza l’intervento diretto dell’insegnante i più grandi cominciavano a leggere e scrivere con una corretta calligrafia da soli. Questo evento fu quello che attirò maggiormente l’attenzione della stampa e degli studiosi in tutto il mondo e fu il miglior risultato del metodo montessoriano.
Nel prossimo intervento: la teoria dell'EDUCAZIONE ALLA PACE di Maria Montessori.
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