Nel giorno in cui a Parigi i grandi inquinatori della Terra hanno raggiunto un accordo per spostare in là di qualche anno (forse) la fine del nostro pianeta, ricordiamo quello che è successo poco più di un mese fa a Bento Rodrigues, paesino alla periferia di Mariana, in Brasile?
E’ accaduto che sono crollati due depositi per gli scarti della lavorazione del ferro dell’industria Samarco (joint venture tra i colossi Vale e Bhp). Questi fanghi altamente tossici, pari a oltre 60 milioni di volume, hanno invaso la città, provocando la morte di 17 persone e centinaia di sfollati e si sono riversati nel Rio Doce, contaminando acqua e terreni, lasciando senza acqua potabile e senza alimentazione centinaia di migliaia di persone e arrivando fino all’oceano Atlantico.
Se da un lato il prezzo del ferro è crollato, i grandi produttori hanno aumentato la produzione, contenendo i relativi costi. Sono aumentati gli scarti, senza adeguamenti dei depositi, ed è successo il patatrac.
Bhp è una multinazionale anglo-australiana; Vale è una società brasiliana, con una strategia industriale alquanto criminogena.
Leggevo che il distretto minerario del Minas Gerais, sempre in Brasile, è attraversato da una ferrovia per il trasporto del materiale: 900 km. di rotaie su cui ogni ora sfreccia un treno di 330 vagoni di 80 tonnellate l’uno (ed è previsto il raddoppio). Il frastuono è assordante, il peso fa tremare il terreno e le case (molte crollano) e in media sui binari si contano due vittime ogni tre mesi.
Non c’è che dire, abbiamo preparato proprio un bel mondo per i nostri figli e nipoti…
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P.S.: scrivo queste righe prima di conoscere l’esito delle elezioni in Francia.
I socialisti francesi hanno commesso un errore storico, drammatico, a lasciare nelle mani di Sarkozy la battaglia

L’alternativa alla destra non è un’altra destra, ma la sinistra.
Si possono anche perdere delle battaglie (cioè delle elezioni), ma bisogna comunque combatterle. Altrimenti se alla prima difficoltà applichi la regola del “meno peggio”, allora tanto vale votare subito per il “meno peggio”.
